Contractors - GdR

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    Aleu deglutì alla violenta reazione della pianta. Anche avendo previsto una qualche reazione al suo attacco, la furia con cui avvenne lo allarmò. Per fortuna, sia lui che Amsel erano sufficientemente lontani da non rischiare di testare sulla propria pelle la pericolosità della strana pianta. Lo rattristava non poterla analizzare meglio, in modo da comprendere se la sua cautela nel gestirla era giustificata o meno, ma non ce n'era il tempo. Raggiunto il luogo dove la foglia era stata scagliata dall'agitarsi della pianta, Aleu recuperò alla veloce qualcosa in cui impacchettarla (come un tovagliolo, della carta da cucina o uno straccio pulito) per poi ritirarla con cura nel suo zaino.

    "Sì, andiamo." Confermò, per poi affrettarsi a lasciare il refettorio. Aveva recuperato i campioni il più rapidamente che poteva ma, per quanto ne sapeva, nel frattempo la sua collega bioartefice poteva essersi cacciata in qualche guaio. Non gli era sfuggita la sua tendenza a far le cose da sola per recuperare tempo. Comprensibile, ma decisamente pericoloso.

    Percorso a passi veloci il corridoio, Aleu lasciò l'edificio giusto in tempo per vedere d'Orange avvicinarsi tutta sola all'ingresso di un edificio vicino. Imprecò e, dopo essersi guardato attorno per assicurarsi che non ci fossero nemici in vista, si mosse per raggiungerla. (Se vengo ammazzato da un cecchino, giuro che torno come uno spettro a tormentarti!) Promise silenziosamente alla spericolata collega.
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    “Va bene, ma fà attenzione” l’altra non appariva compiaciuta ma neanche infastidita, chiaramente non le sarebbe cambiato molto se avesse riportato indietro tre anime anziché quattro, compreso l’uomo svenuto. Qualcosa dentro di lei le dava l’impressione che ci fosse poco tempo, poteva trattarsi d’intuito femminile o di semplice paranoia, ma qualcosa non le tornava, vi erano troppe stranezze e troppo silenzio.
    Iniziò a girare attorno all’edificio A, avvicinandosi inevitabilmente al cilindro centrale, avrebbe voluto esplorarlo ma era talmente grande che non si sarebbe arrischiata ad andarci da sola, non avendo nemmeno una mappa dell’interno. Nel trovare la porta si sentì sollevata, questa era in parte aperta, per quanto questo potesse essere preoccupante, in caso contrario difficilmente sarebbe riuscita ad aprirla, si confondeva con tutto il resto risultando simile al paesaggio circostante.
    L’interno era buio chiaramente, ma qualcos’altro riuscì ad attrarre la sua attenzione e si ritrovò ad avanzare, pareva che vi fossero altri detriti ma la loro forma era troppo strana e quello che sembrava un sasso attirò la sua attenzione. Non le ci volle molto perché realizzasse che quello a terra era un braccio umano, nonostante il colore e la sabbia, la forma le era inconfondibile.
    Per l’esattezza si trattava di un avambraccio e la ferita irregolare avrebbe potuto essere stata causata da diversi fattori… eppure era strano, terribilmente strano, forse perché non si trattava di una lama o di uno sparo, non era certa che un’esplosione potesse sortire tali effetti, forse un morso… ma colui che avevano incontrato era parso incolume e perché risparmiare quella parte?
    Sembrava che il sangue fosse stato assorbito dal terreno ma il ricordo dell’acido fece sì che un brivido la percorresse fino alla nuca, togliendole il respiro, poteva darsi che fosse una sostanza che aveva un effetto al buio ma che reagisse diversamente alla luce, esserne all’oscuro le risultava terribilmente frustrante. Ad ogni modo scosse la testa, se avesse sciolto un corpo intero l’alone attorno ad esso avrebbe dovuto essere più ampio idealmente.
    Da quella posizione non poteva accertarsi di nulla e sarebbe stato inutile aspettare gli altri, al che si mosse con circospezione, pareva che il malcapitato fosse stato ucciso mentre stringeva qualcosa e il rigor mortis l’avesse preservato. Doveva dare un’occhiata, era lì per quello, forse sarebbe stato auspicabile recuperare i resti e portarli ad Aloisa, la distanza non era molta anche se fare avanti e indietro la irritava.
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    “Oh. Sembra interessante.” normalmente era un uomo rigido, legato alla preparazione, ma provava la sincera speranza che un opera simile, in grado di suscitare interesse anche a dei profani come loro, potesse riscuotere lo stesso flebile apprezzamento anche da parte di creature simili… per quanto l’artista avrebbe certamente ricevuto maggiori attenzioni e supporto cambiando un po’ la propria storia, la politica così come la fama erano giochi per folli e solamente i folli vi prendevano parte, ma si trattava comunque di un aspetto dell’esistenza “Anche se non sono tipo da soffermarmi ad apprezzare queste cose. Mi piacciono le cose più, come dire, dirette. Senza troppo da pensare. Comunque... sono sicura che andrà bene. Dopotutto sei tu il cervello della nostra alleanza, no? E' vebe che mi fidi!”.
    Avrebbe voluto essere altrettanto ottimista ma la sua natura glielo impediva, essere diretti portava certamente dei vantaggi in diversi frangenti eppure in quel caso l’avrebbe sconsigliato, erano come degli equilibristi e dovevano oscillare tra quelle due diverse realtà, essere un contractors significava anche quello “Oh, non preoccuparti per l'alcol. Ormai ho smaltito, credo. E, se qualcosa andasse male e questi Jin-Shi decidessero di attaccare... beh, in tal caso interverrò io, e non gli piacerà. Credo di poter gestire dei comuni mercanti anche a mani nude. Ci penserò io a controllare l'incolumità del boss” si ritrovò a scuotere la testa, tra il divertito e il pensieroso “Sono convinto che riusciremo a evitarlo… per quanto riguarda Gergerly fai attenzione, sulla carta non sei stata assunta da lui” avendo svolto la trattativa davanti all'Utrachlen questi era perfettamente al corrente della situazione. La giovane era al suo servizio teoricamente e questo non avrebbe dovuto intaccare nulla negli accordi tra i mercenari, ma per un incarico preso al di fuori del sistema sarebbe stato diverso, la versione doveva essere che Althea era lì per lui e per nessun altro, aiutare il mercante sarebbe stata un’incombenza collaterale… poiché non potevano esimersi nel caso avessero incontrato dei pericoli, dura lex sed lex, ripeté tra sé.
    “Oh no, certo. Se qualcosa va male, io e tu non sappiamo niente. Voglio avere un cielo azzurro sopra la testa il prima possibile!” era infinitamente grato che l’altra avesse compreso e nel sentire quell’ultima affermazione non poté evitare di guardare in alto per un istante, la sua era stata una vita di soffitti e reclusione. Pensando alla sopravvivenza chiunque avrebbe riportato alla mente scenari diversi ma la loro realtà era un’altra, per quanto lo riguardava aveva visto cieli azzurri solamente attraverso un monitor.

    Il letto era sfatto, sicuramente si trattava di una situazione indecorosa per accogliere un ospite, ma fu provvidenziale quando l’altra fece sparire il bicchiere, il committente avrebbe potuto sapere la sua posizione semplicemente contattando la biblioteca ma quasi certamente si sarebbe fatto un’idea sbagliata. Era molto diretto, come teoricamente piaceva alla terrestre, ma almeno apparentemente l’altra non era alterata dall’alcol, i suoi movimenti apparivano sicuri e non poté che darsi dello sciocco… sarebbe stato inutile negare, il Kopta poteva anche salvaguardare i suoi clienti ma Gergerly avrebbe potuto facilmente scoprirlo… ringraziò pertanto il proprio buonsenso che gli aveva suggerito di prendere la stanza e pagare a suo nome, se l’hotel avesse lasciato trapelare informazioni sulle loro ordinazioni avrebbe potuto ricorrere alle vie legali poiché avevano invaso la loro privacy, per quanto non dovesse essere difficile ottenere informazioni corrompendo un cameriere.
    Aveva visto l’uomo solo poche ore prima ma era sempre come la prima volta, non gli sarebbero bastate tre vite su Barastyr per abituarsi a lui constatò “Eccovi! Spero di non disturbare!”.
    Era sorprendente che, con una tale stazza, avesse tante energie, al solo ammirarlo si sentiva provato ma ne apprezzava l’entusiasmo, forse perché gli spaziali ne mostravano poco normalmente. Questi entrò nella stanza come se gli appartenesse, se fossero stati sulla stazione spaziale avrebbe attivato tutti gli allarmi ma lì era diverso.
    Certamente era abituato ad ambienti più ricchi e fastosi ma per quanto lo riguardava si trattava già di un lusso, di qualcosa di alieno, e non ne faceva mistero, risparmiare per il futuro era indispensabile per un uomo come lui per quanto la sua vita potesse apparire breve ad altri esseri.
    Era inevitabile che notasse lo stato del letto ancor più con la terrestre accanto, avrebbero dovuto essere grati di quella reazione minima e probabilmente era meglio che vi fossero ulteriori fraintendimenti in quel caso "So che ci eravamo accordati diversamente, ma i piani sono mutati” furono sufficienti quelle parole perché mettesse da parte tutto il resto e iniziasse a riflettere, la peggiore delle ipotesi era che si trattasse di un nuovo nucleo d’individui di cui non avevano informazioni e che non avesse modo di procurarsele "Ho acquistato la roba da Zahir e iniziato a predisporre il salone dell'hotel per ricevere i miei clienti, ma i miei piani di grandiosità dovranno essere ridimensionati. Non molti minuti fa i clienti mi hanno contattato e mi hanno informato che desiderano procedere con il nostro meeting tra sette ore” era al corrente dei suoi progressi pertanto era evidente che ne stesse accennando in favore della terrestre, ma nell’ascoltarlo temette che la testa potesse esplodergli tanti erano gli scenari che si stavano palesando, un Jin-shi non avrebbe mai agito con tale fretta e grossolanità pertanto occorreva ripartire da capo anche se il tempo a loro disposizione era drasticamente diminuito.
    Se non erano loro almeno avrebbero potuto evitare la “grandiosità”, ma ciò non toglieva che il committente avesse investito del denaro extra per seguire i suoi suggerimenti e non poteva che sentirsi responsabile al riguardo, probabilmente aveva abbastanza denaro per ripagarlo della spesa ma questo avrebbe intaccato considerevolmente i suoi risparmi e messo a repentaglio il suo viaggio con Althea.
    Questa appariva quasi del tutto disinteressata alla questione, ma almeno si sforzava di fingere il contrario, se solo avesse potuto ostentare anche lui un tale distacco l’avrebbe apprezzato enormemente “Ecco, quindi dobbiamo muoverci! Non potrò avere chissà che livello di intrattenimento, ma ho fatto quel che potevo con il poco preavviso disponibile. Un banchetto, arredamento neutro, diritti per la musica, poco altro. Avrei desiderato allestire una mostra di alcuni esemplari notevoli delle mie scorte, ma non c'è il tempo necessario. Magra consolazione, questo significa che la faccenda sarà finita prima del previsto” si ritrovò a stringersi l’attaccatura del naso con indice e pollice prima di ricomporsi nel tentativo di dare tutta l’attenzione dovuta al monologo dell’altro, chiedergli di fermare tutto avrebbe richiesto un’ulteriore spesa… conoscendo l’origine dei compratori poteva darsi che potessero comunque sfruttare i preparativi, se non avessero scelto un’altra sede per l’incontro, senza contare che in quel caso non sarebbe stata una loro mancanza rifletté, passandosi una mano sul collo al limite dell’esasperazione, nel caso di Rhoro sarebbe stato l’esatto contrario “Sono quindi venuto qua per definire gli ultimi dettagli e raccomandarvi di riposarvi a dovere - per essere al massimo tra sette ore”.
    Non gli capitava spesso ma sentiva l’impellente desiderio di ficcargli una fetta di torta in gola pur di zittirlo “Ah, giusto, ho domandato. Lei, signor Pioneer, aveva ragione in pieno. Si tratta proprio di Jin-Shi! Ho sembra buon occhio per gli investimenti, al vecchio Gergely non sfugge niente!” ma il disappunto venne scacciato rapidamente dal volto dello spaziale che si ritrovò a ringraziare di essere riuscito a tenere il filo dell’intero discorso nonostante tutto, si trattava di una questione risolvibile ma non era abituato a tali giri di parole, il che spiegava perché si sentisse a suo agio con la donna.
    Hadar, pertanto, tornò a fare affidamento suoi propri studi, il che non poté impedirgli di aggrottare la fronte, era positivo che si trattasse di quella popolazione, visto che per quanto ridotti non avrebbero dovuto cambiare i piani, ma essendo così si trattava di un comportamento inaspettato “Voi… ne siete certo?” sussurrò infatti, facendosi meditabondo, dimentico del luogo dove si trovavano, sarebbe probabilmente stato lo stesso se si fosse trovato su un pulpito o in mezzo a dei politicanti “Si tratta di un comportamento anomalo Mastro Gergerly, non mi convince, sarà provvidenziale scoprirne l’origine” affermò pertanto, avrebbe fatto due passi avanti e indietro per la stanza ma non vi era sufficiente spazio per qualcuno alto come lui.
    “Occorrono maggiori informazioni, potrebbe esserci qualcosa sotto” accusarli di essere dei truffatori sarebbe stato prematura ma era altrettanto vero che fosse estremamente conveniente per chiunque fare affari con loro, al che si ritrovò a osservare l’uomo dagli occhi porcini con estrema attenzione “Visto che avete buon occhio sono certo che abbiate anche dei buoni contatti… vi chiedo pertanto di usarli se non potete condividerli, sette ore non sono molte ma potrebbero bastare se si trattasse di truffatori. In caso contrario bisognerà comprendere quale difficoltà abbiano incontrato i compratori, in modo da essere pronti, essergli d’aiuto, sono convinto, gioverebbe di certo ai vostri affari… potrebbe anche darsi che un altro mercante li abbia contattati” lo stesso valeva per evitare di essere derubati, era un bene che non fosse possibile allestire la mostra “Approfitteremo di questa scusa per non esporre nulla, assicuratevi che i vostri preziosi siano al sicuro” se fossero stati loro in torto non avrebbero potuto pretendere diversamente, ma non poteva far altro che sentire la propria diffidenza crescere, avrebbe dovuto chiedere ad Althea se c’era modo di ricevere informazioni direttamente dalla sede Contractors, pagando ovviamente o facendo una richiesta urgente, difficilmente avrebbero avuto tempo per riposare.
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    Dopo aver ricevuto gli oggetti da Hye e dopo aver riorganizzato il proprio inventario, Nia si incamminò dietro ai due contractors, cercando di non lamentarsi eccessivamente per le (poche) ferite subite durante lo scontro precedente. Aver risparmiato i nemici con cui erano entrati in contatto fino a quel momento era un sollievo per la rhoro: una dimostrazione del fatto che anche collaborando con altri mercenari era possibile seguire un modus operandi non eccessivamente feroce e risparmiarsi qualche notte insonne e tormentata dal rimorso. Per quanto fossero criticabili, si trattava pur sempre persone e la predona sapeva bene di non avere il diritto di giudicarli troppo frettolosamente.
    Questo era stato il caso finora ma, fermandosi per qualche breve istante a contemplare le poche tracce di attività umana rimaste – poco interessanti in generale, ma comunque una novità nel deserto di roccia che circondava lei e i colleghi – Nia cominciò a rimuginare sul loro scontro venturo. Quinlan era stato preannunciato dai loro ostaggi come un nemico temibile, ben attrezzato e soprattutto spietato. Era arrivato il momento, decise la rhoro, di lasciare da parte la compassione e pensare ad eliminare questa nuova minaccia nella maniera più efficace e veloce. Tentennare poteva portare a mettere in pericolo non solo la propria vita, ma anche quella delle persone che stavano affrontando quella missione con lei.
    Questi suoi ragionamenti, anche se per nulla tranquillizzanti, l’aiutarono ad ogni modo a superare il dedalo buio di sassi, muri e scheletri d’edificio.
    Arrivata alla macabra costruzione nera, accolse la luce bianca con un brivido e si assicurò di giungere in fretta al fianco di Lapis e Hye.

    “Per me va bene, Hye. Se siete d’accordo entrambi, noi potremmo comunque seguirti da una breve distanza, ripercorrendo i tuoi passi. Se davvero Quinlan è distratto come potrebbe sembrare e non stiamo cadendo in trappola, potrebbe essere una buona idea cogliere l’opportunità per prenderlo di sorpresa e colpirlo prima e più velocemente possibile.”
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    "Sarebbe bello," Concordò Regis. Per quanto non avesse scrupoli ad ammazzare criminali, nemmeno lui ci teneva ad affrontare Quinlan. Se fosse stato possibile recuperare le celle e andarsene di lì senza entrarvi in contatto, Regis l'avrebbe fatto in un battibaleno. "ma dubito saremo così fortunati. Partiamo dal presupposto di doverlo affrontare. Se poi non sarà necessario, meglio."

    Osservò in silenzio Nia ed Hye organizzare il bottino. Accettò quanto gli venne passato senza lamentele. Le armi in suo possesso erano ancora preferibili a quelle che avevano sequestrato: se c'era qualcosa a cui poteva essere interessato, erano i medikit... ed essi vennero divisi tra lui e la sorella senza bisogno di un suo input.

    Il viaggio verso la loro destinazione fu quasi monotono e, quando la raggiunsero, fu subito chiaro che delle vecchie culture idroponiche rimaneva ben poco. Buona parte degli edifici erano crollati da tempo e, più che dalle loro carcasse, lo sguardo di Regis fu attirato dalla luce che filtrava dall'unico edificio rimasto (quasi) intatto. "Sembra che l'abbiamo trovato..." Il sussurro di Hye portò a parole il suo pensiero. Non era detto che si trattasse di Quinlan, ma luce e suoni rendevano evidente la presenza di qualcuno. Qualcuno sufficientemente annoiato e libero da potersi guardare un film. "Mi avvicino per controllare, copritemi."

    La cosa non piaceva a Regis, per niente. Eppure, non poteva negare che la sorella fosse la più adatta del gruppo a far quel tipo di ricognizione. Così, se Nia non avesse avuto nulla da ridire, Hye avrebbe spento la sua torcia e si sarebbe messa il visore. Con cautela si sarebbe avvicinata furtivamente all'edificio, prestando attenzione alla presenza di eventuali trappole. Il suo obiettivo era duplice: controllare la presenza di eventuali altri ingressi e trovare il modo di dare una sbirciata all'interno. Conoscere la posizione di Quinlan e quella delle celle energetiche sarebbe stato fondamentale per la loro missione.


    Hye [Utilizzo tratti: Furtività liv max & Scovatrappole liv max]

    Son rimasta un po' sul vago così che, se vuoi far seguire Hye (magari a distanza?) da Nia, puoi farlo. In tal caso, anche Regis ti seguirebbe (usando Scovatrappole). Ovviamente, se vuoi fermare Hye e fare tutt'altro, fai pure. ;)
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    Vetka rimase nascosta nell'ombra per diversi secondi, proprio in quell'occasione ebbe modo di ascoltare gli inconfondibili suoi di colluttazione che provenivano dalla zona poco distante, suoni che lasciavano intendere come Ulrich si stesse occupando del problema medico. Dove medico, ovviamente, non era l'emergenza ma solo il bersaglio. Sospirò, abbassando leggermente lo sguardo sulle sue armi, poi fece la sua mossa uscendo dal riparo estraendo una delle sue due snakegun per puntarla contro la felghra 《ok mostriciattolo》 no, nemmeno a dirlo i felghra erano una delle razze che disprezzava di più e che non riusciva a sopportare, non che fosse davvero qualcosa di sorprendente considerato come la lista di razze e persone che non sopportava fosse tra le più lunghe che la Galassia avesse mai visto.
    Fece qualche passo per uscire dal riparo e inquadrare la donna, cercando di tenere puntata l'arma contro di lei. La seconda invece, pur essendo stretta nell'altra mano della hyadesiana era ancora bassa, pronta ad essere puntata contro chiunque fosse entrato nella stanza che non fosse Ulrich 《vedi di collaborare o sarò costretta a porre immediatamente fine alla tua misera vita》 che, almeno nella visione di Vetka, non poteva essere altro se non una liberazione dal peso dell'esistenza.
    Si umettò le labbra con un movimento della lingua, cercando di ridurre la distanza tra loro in modo da avvicinarsi per quanto possibile a lei approfittando della possibile sorpresa derivante dalla sua entrata in scena "a effetto". La prima volta non era stata così fortunata nel combattimento ma questa volta sembrava essere determinata a fare un lavoro pulito.
6 replies since 28/11/2020
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