Allen Sedler

"Lingue ardenti di fiamma immateriale hanno impresso il marchio dell'inferno sul mio volto esausto."

Allen Sedler
Classe: Accademico
Rango: Delta δ
Razza: Terrestre
Pianeta di Origine: Khione
Età: 37
Altezza:: 1,78 m
Peso:: 84 kg
Gruppo Sanguigno:: B-
Profilo Psicologico:: prima dell'incidente Allen era, tutto sommato, una persona normale: tranquillo e pacato, era un tecnico di motori 4D piuttosto anonimo. Era principalmente dedito al lavoro e non socializzava molto, ma non disdegnava comunque la compagnia altrui. Attualmente, dopo l'incidente, è cambiato: è divenuto una persona estremamente solitaria e introversa, che spesso rifugge attivamente il contatto con gli altri, preferendo rimanere da solo. Alle volte può "destarsi" e azzardare qualche gioco di parole, ma non è un'evenienza comune.
Descrizione: di altezza e corporatura media, con i capelli neri tenuti sempre corti e ordinati, e dagli occhi scurissimi, è decisamente un individuo comune, come ce ne sono letteralmente a miliardi sui vari pianeti abitati dall'Umanità. Dopo l'incidente il suo volto è stato alterato in maniera così atroce, a detta sua, che è costretto a portare costantemente una maschera sul volto. Si tratta invece della fusione con la misteriosa creatura multidimensionale avvenuta durante l'incidente: a causa della sua natura, indescrivibile in un sistema a sole 3 dimensioni, l'effetto ottenuto è piuttosto bizzarro: chi ha avuto la sfortuna di osservarlo lo descrive come "pieno di colori e strani movimenti che non dovrebbero esistere". Chiunque lo osservi direttamente (incluso lo stesso Allen) manifesta sintomi come nausea, stordimento e malessere, fino alla vera e propria pazzia, sebbene quest'ultimo sintomo possa accadere solo in seguito ad osservazioni estremamente lunghe.
La creatura sembra "attivarsi" in presenza di fenomeni di tipo psichico: il volto di Allen inizia infatti ad emettere lampi di luce di intensità proporzionale a tali fenomeni: si suppone ciò possa diventare pericoloso in presenza di potenziali psichici particolarmente intensi, ma non vi è mai stato modo di provarlo direttamente.
Allen non ha alcun modo di comunicare con la creatura, che sembra essersi adattata bene alla fusione: a giudicare da un maggiore appetito di Sedler rispetto a prima dell'incidente, pare alimentarsi attraverso il corpo del proprio ospite. Pur non essendo stata letale come sarebbe legittimo aspettarsi, la fusione non sembra nemmeno ben tarata al 100%: Allen ha potuto riscontrare la comparsa forti dolori al volto e alla testa, generalmente nelle situazioni di forte stress, ma non è ancora stato in grado di capire se si tratta di una forma di rigetto del proprio organismo o se derivano da una precisa azione del frammento.
Abbigliamento: indossa quasi sempre una tuta da tecnico azzurra e degli stivali. In aggiunta è costretto a portare costantemente sul volto una maschera di materiale plastico (generalmente chiaro o metallico), che ne cela completamente i lineamenti, fatta eccezione per alcune fessure per occhi e bocca.
Storia: la prima parte della vita di Allen è decisamente normale, quasi noiosa per un lettore. Nascita, studio e ancora studio, fino a diventare un comune tecnico per motori 4D, nemmeno troppo specializzato. Pochi amici, scapolo, sempre in giro per lavoro, e piuttosto solitario. Nella sua carriera ha lavorato come consulente presso molte compagnie di produzione di astronavi. L'ultima per cui ha lavorato, in particolare, era la ormai defunta Kua-Fu Industries, una compagnia che si occupava di applicazioni pionieristiche della tecnologia 4D. Il progetto a cui era stato assegnato era decisamente ambizioso: utilizzare gli effetti particolari della topologia dello spazio 4D per facilitare gli effetti di certe reazioni ad alta energia e, secondo gli ideatori, garantire spostamenti a velocità talmente elevate da aver di fatto inventato il teletrasporto.
Sedler non aveva un ruolo di spicco in tutto ciò: doveva semplicemente assicurarsi del corretto funzionamento di uno dei motori 4D usati durante gli esperimenti. Tutto sommato un lavoro quasi noioso, doveva solo controllare i valori di alcuni parametri e confrontarli con alcune tabelle che gli avevano fornito, effettuando gli aggiustamenti necessari. Il lavoro veniva svolto su un piccolo asteroide al largo di Khione, per ridurre al minimo le interferenze gravitazionali indesiderate, e vi era stazionato l'intero staff del progetto. Non una scelta saggia, in retrospettiva.
Il prototipo del dispositivo fu messo a punto in un tempo molto breve, circa un paio di mesi, e si poté iniziare subito col primo test: sotto gli occhi concentrati dell'intero staff, il dispositivo (chiamato col nome in codice EPR-01) avrebbe dovuto teletrasportare in un istante un pacchetto di fiammiferi (l'oggetto di minor valore rinvenuto sull'intera stazione) su di un secondo meteorite dall'altra parte dell'orbita di LP 145-141. Svariati motori 4D, generatori elettrici e vari acceleratori di particelle furono attivati all'unisono, secondo la procedura escogitata. Allen controllava impassibilmente i parametri dei macchinari della propria postazione. Erano regolari. E poi il nulla.
Non fu la scatola di fiammiferi ad essere trasportata, ma l'intero asteroide, base e occupanti inclusi. E, invece di un istante, l'intero processo durò sei ore: la base scomparve alle ore 13:41:12 (ora locale) per riapparire nella posizione "desiderata" alle 19:56:03. Non si sa cosa sia successo in quelle ore: ciò che è certo è che la stragrande maggioranza dello staff perì istantaneamente per cause ignote, mentre gli altri furono uccisi poco dopo la rimaterializzazione. La base, infatti, non arrivò intatta: i sistemi di sostentamento vitale e la maggior parte dei sistemi elettronici erano compromessi, e l'unico che riuscì a salvarsi fu Sedler , la cui postazione si trovava vicina ad una rastrelliera di tute di emergenza. Il tecnico non ricorda bene quei minuti atroci: sa di aver indossato frettolosamente una tuta mentre aria e temperatura calavano repentinamente, e di essere corso in una delle capsule di salvataggio, impostando frettolosamente la rotta per Khione e inviando una richiesta di soccorso. Aveva il vago ricordo di aver notato qualche altro superstite indossare una tuta non funzionante e morire soffocato, ma preferisce pensare si sia trattato di un'allucinazione.
Di fatto tutte le menti che avevano preso parte al progetto erano state cancellate, e i loro appunti erano andati perduti o inutilizzabili.

La squadra di soccorso trovò il tecnico svenuto a bordo di una capsula di emergenza, le mani premute sul volto fino a farlo sanguinare. Solo dopo che fu portato in fretta e furia all'Unità di Cura Intensiva che lo staff medico ebbe il tempo di osservarne approfonditamente il volto. E ciò che videro non era sicuramente più umano. Era un volto che "non avrebbe dovuto esistere": pieno di colori in movimento, di una forma in continuo mutamento, che cambiava drasticamente a seconda dell'angolo da cui la si osservava.
Furono tentati numerosi test ma, data l'unicità della sua condizione, unita al fatto di non ricordare assolutamente nulla di quanto accaduto nell'incidente, non fu possibile curare la bizzarra anomalia del volto dell'uomo. Ciò che fu possibile determinare fu solamente che, in qualche modo, esso doveva essersi fuso con qualcosa, un qualcosa di vivo e assolutamente incomprensibile ai sensi umani, ed Allen era riuscito a sopravvivere all'intero processo. Quanto alla natura della cosa nel suo volto, furono tentate varie ipotesi: c'era chi suggeriva si trattasse di una forma di vita sconosciuta dello spazio 4D (che però è notoriamente vuoto), chi che invece fosse una mutazione spontanea dei tessuti di Allen, addirittura chi ipotizzava si trattasse di una fusione o una frammentazione a livello temporale di Allen stesso. Quello che è certo è che nessuno riuscì a dimostrare la propria tesi come reale.

Nel giro di pochi mesi Allen riuscì a riprendersi fisicamente dall'esperienza e, dati i risultati nulli da parte dello staff medico di Khione, abbandonò le cure, ritirandosi a vita privata. Solo allora, esaminando con calma e in solitudine il proprio cambiamento fisico cominciò ad accorgersi di come ci fosse qualcosa di più dell'assurdo cambiamento estetico: la cosa gli causava delle occasionali crisi di dolore, apparentemente correlate al suo status di stress mentale, e lui stesso sembrava avere una sorta di "partecipazione" alle sue caratteristiche, qualunque esse fossero. Se si concentrava poteva quasi percepire la "presenza" delle persone nelle vicinanze, avvertendo una sorta di brusio inintelligibile: il tecnico supponeva si trattasse dei loro pensieri, ma non aveva modo di provarlo. In più, senza alcuna apparente causa logica, il suo volto emetteva a volte lampi di luce così intensi da essere visibili nonostante la maschera che portava continuamente sul volto.
Trovatosi solo e senza un lavoro, comunque, Allen Sedler ha adesso un nuovo obiettivo: scoprire di più sulla propria condizione e tornare normale.