[Trama] Preludio alla tempesta

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    I seguenti testi non sono considerati di dominio pubblico all'interno del gioco (i vostri personaggi non ne saranno a conoscenza), ma sono destinati ai giocatori per descrivere gli imminenti eventi di trama.
     
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    Preludio alla tempesta [1/4]



    L'acqua scorreva abbondante.
    Ne prese un po' nelle mani e si deterse il viso più volte, esitando qualche secondo tra una operazione e l'altra. Impiegò un paio di minuti prima di ritenersi soddisfatto. Chiuse il rubinetto e si concentrò sullo specchio. Un umano dai lineamenti assolutamente ordinari, un signor nessuno qualunque, gli ricambiò l'occhiata con aria pensosa. Rimase un'altra decina di secondi assorto a guardare il proprio volto, sospirò e indossò di nuovo il casco integrale che mai rimuoveva in pubblico, completando la sua armatura nera e rossa.
    Scrutò ancora lo specchio, scandagliando la figura tetra che vi era riflessa in quel momento, che tanto si distaccava dall'arredamento bianco e metallizzato della stanza.
    "Palach..." commentò pensieroso "Tredici."
    Un altro stacco, poi si voltò e uscì.
    Sbucò in un lungo corridoio dalle piastrelle color azzurro cupo. Soffitto e pareti erano decorati con uno strano motivo di piastre grigiochiare, tutte rettangolari e di grandezze diverse, ma che coprivano alla perfezione tutto lo spazio necessario. Delle lampade color bianco caldo, disposte a intervalli regolari lungo i lati del corridoio, illuminavano la scena. Non c'erano finestre.
    Non era da solo: c'era una mezza dozzina di persone nel corridoio: la maggior parte di essere non fece caso al gigante in armatura appena uscito dalla stanza dei servizi igienici, intenta com'era a rimuginare con aria pensierosa su chissà che cosa.
    "Ma chi abbiamo qui? L'Esecutore in persona!"
    Una dei presenti si era distaccata dal gruppo, dirigendosi a passo leggero verso il nuovo venuto. Era una donna alta e atletica, con la carnagione scura tipica dei Nuer. I suoi capelli neri e lisci arrivavano fino a metà schiena, e gli occhi decisi squadravano l'Esecutore con una sorta di genuina allegria. Indossava una tuta aderente da spaziale, di colore nero e con una striscia violetto che la attraversava verticalmente al centro, larga circa un terzo delle spalle della donna.
    Dal canto suo, l'Esecutore non diede segno di ricambiare il buonumore della donna: continuò a camminare col suo passo lento e ponderoso, raggiungendola e oltrepassandola.
    "Rhoda Lamb." disse mentre la affiancava, la voce distorta elettronicamente in un timbro profondo e inumano "Bel tentativo."
    La donna mise su per un istante una smorfia imbronciata, poi portò le mani alla base del collo. Cercò per qualche istante qualcosa lungo la pelle, poi alzò le mani in un gesto deciso: pelle e capelli vennero via agevolmente.
    "Non sei divertente, Palach!" Rhoda rimproverò l'uomo in armatura, lanciando a terra la maschera che aveva indossato fino a quel momento. Si poteva ora vedere la sua vera carnagione, pallida come tipico dei Rhoro, e i capelli biondo platino, al momento tagliati corti. "Guarda che ho faticato molto per questa V-Mask! Ho dovuto strapparla ancora calda dal corpo di un agente Hyadesiano. Non sai che fastidio doversi assicurare di non colpirlo in faccia!"
    Palach rispose con un debole "Eh!" divertito, senza interrompere la marcia verso la fine del corridoio, dove lo attendeva una imponente porta automatica in metallo dorato.
    "Sbrigati, manchi solo tu a rapporto! Non vorrai far arrabbiare il boss?" la Rhoro lo aveva raggiunto senza troppo sforzo, proseguendo poi a camminare al suo fianco, adattandosi alla sua andatura rilassata.
    "Non c'è fretta. Saranno le solite raccomandazioni. Possono aspettare."
    "Ti sbagli, vogliono inserirci in una Squadra Ophiuchus." il tono di Rhoda si era fatto improvvisamente serio, ogni traccia di allegria e spensieratezza era sparita repentinamente.
    "Una Squadra Ophiuchus?" si percepiva un certo sgomento persino attraverso la distorsione della voce di Palach.
    "Già. Sai bene cosa significa, no? Unità chiave d'elite, sacrificabili. Quelle per gli incarichi da cui in genere non si torna."
    "Ci sono abituato, a quello."
    "Giusto, a volte non ci penso."
    I due arrivarono fino alla fine del corridoio senza aggiungere altro. Gli altri presenti non tentarono di interagire in alcun modo, forse sotto il peso di ciò che Rhoda aveva adesso rivelato anche a Palach.
    Le porte si aprirono lateralmente senza emettere alcun suono non appena i due si trovarono ad un paio di metri di distanza. Oltre di esse il buio.
    "Ci vediamo fuori." Lamb si congedò così da Palach, e quest'ultimo varco la soglia da solo. Le porte si chiusero di scatto, stavolta con un sonoro clac.

    L'Esecutore non si fece spaventare dal buio. Conosceva bene quella stanza, e sapeva che era stata studiata appositamente per evocare una sorta di terrore, o almeno un minimo di inquietudine, nei cuori di chi vi fosse invitato. Ormai con lui non funzionava più. Avanzò di qualche passo, come sempre, finché una scintilla di luce brillò davanti a lui.
    Un proiettore olografico si animò senza preavviso, mostrando la figura in piedi, ingrandita fino a quattro metri di altezza, di un uomo in giacca a cravatta neri, camicia bianca e scarpe di vernice. Tutti abiti firmati di un certo pregio, provenienti dai posti più prestigiosi della Repubblica Solare. Ma la parte più magnetica della proiezione era senz'altro il volto: lineamenti e tratti somatici cambiavano costantemente, mostrando una varietà di volti praticamente infinita, e nascondendo quello vero.
    "Esecutore Palach a rapporto." si presentò l'uomo in armatura, senza particolare deferenza.
    Il gigante olografico si mosse di qualche passo indietro, le mani piegate dietro la schiena in posizione rilassata. Anche la sua voce era distorta, in maniera simile a quella di Palach stesso, abbastanza da renderne irriconoscibile il timbro, ma non da nasconderne il tono.
    "Ben arrivato, Palach. In ritardo come al solito." non c'era rimprovero nel tono, sembrava giusto una constatazione divertita, come un genitore che parla delle marachelle di un figlio "Se non altro, ho sentito che la tua collega Rhoda ti ha già detto molto. Bene, possiamo ottimizzare i tempi e recuperare il ritardo."
    L'uomo in armatura ascoltava immobile.
    "Già, ho bisogno di schierare una di quelle squadre denominate Ophiuchus, e dovrai comandarla tu. Paga ottima, incarichi di alto profilo, probabile morte. Le altre teste non l'hanno presa bene, ma ho un progetto tra le mani, e serve forzare un po' la situazione. Corruzione e diplomazia non bastano a risolvere tutto, no?"
    "Dove saremo inviati?" Palach ignorò la domanda retorica.
    "Dritto al sodo, eh? Dev'essere per questo che piaci così tanto a me e ai miei colleghi." ridacchiò l'ologramma "Placherò subito la tua curiosità: Felgher."
    L'Esecutore tacque per una manciata di secondi. Anche con l'armatura, che ne occultava del tutto i lineamenti, si vedeva come la sua impassibilità fosse stata evidentemente scalfita.
    "Felgher? Pensavo si trattasse di una scorreria contro la Repubblica. Cosa dobbiamo fare su Felgher?"
    "La libererete."
    Adesso Palach era decisamente confuso. Il suo silenzio fu ben più lungo di prima, tanto che l'interlocutore dovette intervenire di nuovo.
    "La presenza delle forze repubblicane in orbita non ci va molto a genio. E non va molto a genio nemmeno a molti dei Feldghra sulla superficie. Sappiamo bene che i repubblicani non aspettano altro che un pretesto per poter lanciare un attacco militare e forzare l'unione del pianeta ai domini della Terra senza perdere la faccia, mentre gli indipendentisti bramano una qualsiasi scusa per poterli cacciare per sempre dal loro pianeta. Quel mondo è una polveriera, e noi accenderemo la miccia."
    L'uomo fece una pausa, scrutando il silenzioso Palach per vedere l'effetto delle sue parole. L'esterno dell'armatura non mostrò alcuna reazione, ma la rigidità della sua postura comunicava come un certo effetto lo avessero avuto.
    "Molti dei vertici del movimento clandestino anti-Repubblica sono da tempo sul nostro libro paga. In teoria basta un solo ordine per farli muovere come necessario, e causare una reazione spropositata in perfetto stile solare. La catena di ritorsioni che ne conseguirà farà precipitare il gradimento della Repubblica Solare ai minimi storici, obbligandoli a mollare il pianeta per salvare la reputazione, e a quel punto avremo campo libero. Gli indipendentisti rimasti saranno nostri affiliati, morti o troppo deboli per cementare la propria vittoria come si deve. Non ti annoierò con i dettagli, ma abbiamo già piani solidi su come sfruttare efficientemente i vari lati della crisi, dalla ricostruzione al traffico di merci particolari..."
    "Ho capito. Un affare decisamente redditizio. Ma quale sarà il ruolo della mia unità? Sembra già tutto sistemato, per come ha spiegato."
    "Tra teoria e pratica c'è un profondo abisso. Non ci fidiamo del tutto del movimento clandestino: alcuni dei loro leader sembrano incorruttibili, e potrebbero darci fastidi. Serve qualcuno che li tolga di mezzo in maniera esemplare, qualora cerchino di metterci i bastoni tra le ruote. E le loro truppe, anche se armate da noi, non sono un gran ché. Ideologia di ferro, ma addestramento ridicolo. Dovrete fornite supporto sul campo ai loro uomini e eliminare chi non sarà conforme ai nostri piani, facendo un esempio di loro se necessario. Tuttavia, vi troverete in minoranza e in ambiente probabilmente ostile, per questo ho designato la vostra squadra come Ophiucus."
    Palach abbassò lievemente il capo.
    "Tu e gli altri fuori nel corridoio partirete immediatamente per Feldgher. Una volta sul luogo, un mio sottoposto vi fornirà tutti i dati che vi servono."
    "D'accordo."
    "E' tutto. Raduna la tua unità e andate all'hangar sotterraneo, la vostra nave è già pronta. Vi auguro buona fortuna, e spero vivamente di non dovervi realmente sacrificare. Soprattutto tu. Di tutti gli esecutori che abbiamo avuto, sei il più riflessivo, un asset prezioso."
    L'ologramma sparì, lasciando Palach nel buio, il negativo della figura ancora impresso sulla retina. Attese la riapertura della porta e uscì, con la calma esteriore che lo contraddistingueva. Il resto dell'unità lo attendeva in piedi nei pressi della porta. L'Esecutore li squadrò uno a uno, chiedendosi quanti e quali di loro avrebbero lasciato Feldgher da vivi.
    "Da adesso sono il vostro comandante. Radunate gli equipaggiamenti e presentatevi nell'hangar entro 5 minuti, partiremo immediatamente per Feldgher."
     
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    Preludio alla tempesta [2/4]



    "Sono troppo vicini! Fate fuoco, ora!"
    La raffica di proiettili rimbalzò via dall'armatura del comandante Alain Barros, troppo deboli per poterne intaccare lo spesso strato di lega d'Iridio che la componeva. Il volto del comandante cambiò in un ghigno beffardo. Munizioni 4.0×28 mm, roba da dilettanti, decisamente inadatte a danneggiarlo in modo serio.
    Gli avversari, una decina di pirati spaziali di bassa lega, si erano nascoste dietro una enorme roccia grigiastra, che usavano come copertura da cui affacciarsi per sparare raffiche a casaccio ogni pochi secondi nella direzione della sua squadra. L'ostacolo distava poco meno di venti metri dalla squadriglia di commando della repubblica.
    "Squadra, avanti!" ordinò Alain ai suoi compagni tramite il comunicatore integrato nel casco: sei grosse armature pesanti balzarono in avanti a velocità sostenuta, i loro movimenti spinti dai Jump-Pack integrati al sistema di armatura. Uno degli nemici, un Nuer sulla ventina vestito degli abiti tipici del suo popolo, si affacciò un secondo per sparare un'altra raffica: ci fu un accecante lampo di luce azzurrina, e il secondo dopo il criminale giaceva a terra, ridotto ad una carcassa fumante e annerita.
    "Risparmia le munizioni. Il plasma ci serve per i veicoli." ordinò seccamente il comandante, mentre accorciava ulteriormente la distanza con il riparo improvvisato. Nella destra stringeva una spada di modello piuttosto avanzato. La lama stava iniziando a brillare di una sinistra luce rossa, segno che il generatore termico all'interno si stava avviando correttamente.
    Un altro paio di balzi e la squadra si trovò oltre il masso, attaccando i terrificati nemici dall'alto. Barros fu il primo ad arrivare: con un fluido movimento della spada tagliò diagonalmente in due il primo avversario cui venne in contatto, un terrestre con indosso una logora tuta da spaziale rossa e una pistola a microonde a bassa potenza. Nell'istante successivo lanciò un poderoso pugno contro il volto del criminale immediatamente vicino: i servomeccanismi dell'St-Enhancer che montava sulle braccia sibilarono in maniera minacciosa, mentre il montante scaraventava uno sfortunato spaziale ad alcuni metri di distanza, il fucile d'assalto con cui era armato scagliato chissà dove dall'urto. Gli altri membri della squadra si erano concentrati ognuno su un bersaglio differente, eliminando ognuno il proprio con stiletti e pugnali costruiti su misura, ognuno recante il logo della squadra commando.
    Barros colse fugacemente l'immagine di un Rhoro che gli si stava avvicinando urlando con tutto il fiato che aveva in gola, un'ascia a due mani sollevata sopra la testa. Calcolò in una frazione di secondo di non poter fare in tempo ad attaccarlo, quindi si limitò a chiudere gli occhi e serrare i muscoli. L'ascia gli si abbattè sul petto, penetrando leggermente la dura lega d'iridio ma senza ferirlo; la vibrazione del colpo si ripercosse fino alla testa, facendo rimbombare leggermente l'interno del Sallet che indossava. Adesso era il suo turno, però.
    Con un primo fendente della spada aprì un profondo squarcio sul petto del nemico, ma quest'ultimo indossava un corpetto di qualche tipo: riuscì a causare una ferita, ma non profonda e letale come si aspettava. Nell'istante successivo impugnò la spada con entrambe le mani, e la affondò in maniera decisa nel petto dell'avversario, trapassandolo da parte a parte. Il corpo del Rhoro ostile si afflosciò quasi istantaneamente, e il comandante lo scrollò dalla lama con un calcio noncurante. Un ultimo avversario, un terrestre armato con una SMG, fu neutralizzato senza tanto clamore dal resto della squadra.
    "Postazione libera!" annunciò il comandante nel comunicatore, mentre avanzava lentamente verso lo spaziale di prima. Il pugno non era bastato a ucciderlo, ma lo aveva ridotto molto male: si trovava a terra, il volto insanguinato, e cercava debolmente di strisciare via dalla massiccia figura che si stava avvicinando oscurando il cielo.
    Barros si fermò a un passo di distanza, la spada ancora sguainata.
    Lo spaziale si bloccò, tremante. Forse aveva capito che era giunta la sua ora. Si lasciò andare e si girò sulla schiena, fronteggiando il capo del commando con un'espressione velenosa su quanto rimaneva del volto.
    "Ti senti... un eroe?" lo provocò subito prima di venire finito da un ultimo fendente della spada.
    Alain non commentò: non era la prima e non sarebbe di certo stata l'ultima volta che si trovava a combattere contro dei disperati. Ma si trattava di disperati che, nella loro frenetica voglia di sopravvivenza, mettevano in pericolo centinaia e centinaia di altre vite, quando non di più. Parassiti.

    "Signor Barros, la stanno chiamando dall'APC. Si tratta del Governatore, roba urgente"
    Il pilota del grosso veicolo cingolato si era fermato a poca distanza dal campo di battaglia appena sgombrato, e si era affacciato per farsi sentire dall'ufficiale in armatura azzurra che gli avevano detto di contattare. Il comandante distolse lo sguardo dalle spoglie dello spaziale e entrò dentro l'APC, mentre la squadra lo attendeva fuori. Una volta dentro collegò il comunicatore al sistema di comunicazione a lungo raggio installato nel mezzo.
    "Qui Alain Barros, mi ricevete?"
    "Forte e chiaro, Barros. Lei mi riceve?" la voce dall'altra parte del comunicatore era fredda e senza inflessioni, appartenente a qualche politico di alto rango, abituato a trattare la guerra in termini di numeri impersonali.
    "Affermativo."
    "Sarò telegrafico, comandante. Salga sull'APC e torni alla LZ, la sua presenza è richiesta altrove."
    Queste parole colsero il soldato del tutto impreparato.
    "Altrove?" Barros era furente "Sono appena arrivato e serve la mia presenza in prima linea. Questi dannati pirati sono un mucchio, e sospetto ci stiano inviando carne da macello per prendere tempo, stanno certamente pianificando qualcosa di terribile. Con tutto il rispetto, ma non se ne parla. Sono tenuto a rispondere solo agli ordini del Comando Centrale, si rivolga a loro. Nel tempo che le servirà ad ottenere risposta avrò già finito il mio dovere."
    "Ho già parlato col Comando, e la mia richiesta è stata approvata. Li chiami quando avrà finito di parlare con me, se non si fida. La crisi con cui potremmo avere a che fare fa sembrare quella con cui si trova alle prese adesso una rissa tra ragazzini."
    Barros dovette ingoiare il rospo. Se si trattava di una decisione del Comando non poteva farci niente.
    "Vada avanti."
    "La sua destinazione sarà Feldgher. Riceverà un dossier particolareggiato non appena a bordo della SS Ascension."
    "Feldgher?!" Alain alzò la voce senza volerlo, sorpreso "E' fuori dalla nostra giurisdizione! Volete scatenare una guerra planetaria?"
    "Gli ingranaggi sono ormai in movimento da tempo." il governatore non fornì una risposta diretta "Non è una questione di ma di quando, e in che misura. Il movimento separatista sta guadagnando sempre più popolarità, e abbiamo informazioni di infiltrazioni da parte di organizzazioni criminali. Abbiamo motivo di credere che lanceranno un'offensiva contro la Veles a breve. Non possiamo farci trovare impreparati: la nostra azione dovrà essere tempestiva, così da chiudere il conflitto prima che possa escalare in qualche di troppo grande per i nostri uffici stampa."
    Barros non commentò. Il peso della situazione lo aveva travolto senza preavviso alcuno, e sudava freddo.
    "Spero che questo basti a farle cambiare idea. Sarà un tritacarne, secondo i nostri esperti. Certo, punteremo all'utilizzo della diplomazia se possibile, ma sappiamo entrambi che non basterà, dico bene?"
    "Affermativo."
    "Esattamente. Dica al pilota di continuare con gli ordini, la porterà alla Ascension in men che non si dica. Sono sicuro che la sua squadra è abbastanza valorosa e competente da cavarsela senza di lei. O sbaglio?"
    "Non sbaglia, governatore."
    "Quasi mai, Barros. Adesso parta, e inizi a fare manutenzione all'equipaggiamento. Ci sono altre forze in gioco che non siamo riusciti a identificare, ma non sembrano lavorare direttamente con gli agenti del Mostro, anzi. Le sarà richiesto di tenere gli occhi ben aperti e fare rapporto su qualsiasi anomalia che vedrà o sospetterà di aver visto. E' tutto, chiudo."
    Un *click* lo informò della chiusura della comunicazione. Indugiò alcuni secondi, seduto di traverso su uno dei sedili dello scomparto truppe. Mille pensieri affollavano la sua testa. Si riteneva uno dei più fedeli e orgogliosi membri delle armate solari, ma l'intera faccenda non lo convinceva. L'ultima cosa che voleva era finire ad essere la pedina di qualche burocrate avido, e finire per essere usato per causare danni alla Repubblica - era davvero convinto che le sue azioni, per quanto violente, fossero giustificate da una giustizia di livello superiore.
    Si sollevò stancamente, come se l'armatura avesse improvvisamente decuplicato la propria massa, e parlò brevemente nell'intercom di comunicazione con lo scomparto di pilotaggio.
    "Ho fatto. Continui con gli ordini ricevuti. Mi porti alla zona di atterraggio."
    "Signorsì Signore!"
    Il mezzo si accese con uno scossone, fece dietro front con una ampia manovra e si iniziò a dirigere verso la sicurezza delle retrovie. Il comandante spiegò brevemente la faccenda via comunicatore al resto della squadra, diede gli ordini del caso, poi lo spense. Aveva bisogno di silenzio - certo, per quanto fosse possibile all'interno del rumoroso veicolo - per riflettere sulla situazione. Il dossier di cui aveva parlato il governatore lo avrebbe aiutato a capire meglio più tardi, ma intanto provava a ricostruire la faccenda a partire dai pochi mattoni di cui disponeva. Avrebbe dovuto muoversi con estrema cura, ne andava di incalcolabili vite, dell'orgoglio della Repubblica e del suo onore.

    Edited by Redshifted - 18/7/2021, 20:06
     
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    Preludio alla tempesta [3/4]



    Altezza di poco al di sotto della media. Capelli neri, tagliati a caschetto con una frangia sulla sinistra. Occhi chiari, ma a contrasto con una tonalità di pelle abbronzata.
    L'aspetto era un chiaro biglietto da visita: la donna non apparteneva evidentemente ad una delle caste più alte della società Hyadesiana. Poteva essere un otto, proprio ad essere generosi. Eppure, camminava per le strade di Mòrail City con sicurezza e sguardo fiero, come se avesse tutto il diritto di trovarsi là, nella più importante città dell'Ammasso.
    Ogni tanto qualcuno dei biondi abitanti del luogo si fermava a lanciarle una lunga occhiata, le bocche aperte in O di stupore, ma per qualche motivo nessuno sembrava volersi impicciare troppo della cosa.
    La destinazione della mora pareva essere un piccolo e modesto caffè del centro, chiamato semplicemente Kafo. Un locale decisamente trascurabile: un paio di tavoli di metallo bianco all'esterno, qualcuno in più all'interno, un bancone con i prodotti, una porta con scritto "servizi" e un'altra con la scritta "riservato". Nonostante non ci fosse l'ombra di un cliente, lo staff appariva solerte: dietro al bancone una ragazza sulla ventina con gli occhi chiarissimi, quasi bianchi, i capelli biondo platino e i lineamenti incredibilmente armoniosi stava in piedi con espressione concentrata, pur senza fare apparentemente nulla, mentre all'entrata un altro hyadesiano della stessa età fungeva da buttafuori, ed elargiva occhiate severe a chiunque si avvicinasse troppo al locale. La donna non fece eccezione: allo sguardo severo ne seguì uno di ironica sufficienza, mentre il buttafuori avanzava di un paio di passi per intercettarla.
    Indicò un il pollice un cartello sulla porta a vetri, che specificava il divieto di accesso a chiunque non avesse una casta di almeno tre. Non ricevette alcuna reazione: la donna continuava a camminare verso l'entrata. Il ragazzo si schiarì la voce, pronto a compiere il suo dovere, finché un raggio luminoso di Gamma Tauri non rimbalzò su un ornamento appuntato alla giacca della donna. La frase gli morì in gola, mentre riconosceva il grado di Maggiore della Keitto-Kei, e nella frazione di secondo successiva decise di farsi da parte e anzi aprire rispettosamente la porta all'ospite di riguardo che stava entrando.
    La reazione della ragazza all'interno fu più o meno la stessa: il fastidio si tramutò direttamente in incredulità, poi in deferenza. Uno dei suoi piedi calpestò fulmineamente un pulsante occultato tra le mattonelle del pavimento, dietro il bancone, facendo aprire automaticamente la porta con l'adesivo "riservato". La nuova arrivata non interruppe mai il proprio passo, sicura di ciò che faceva. La porta si chiuse alle sue spalle con un "clack", e i due hyadesiani al di là di essa lanciarono un sospiro di sollievo.
    La donna dai capelli neri si trovava adesso al buio: ciononostante avanzò senza esitazione fino alla parete di fondo del piccolo magazzino ricolmo di scatole vuote, fino a sfiorare alcuni dei mattoni del muro secondo un ordine ben preciso. La parete iniziò a scorrere di lato in perfetto silenzio, rivelando un corridoio metallico malamente illuminato da una singola lampadina a incandescenza. Al termine, una grossa e imponente porta blindata in acciaio scintillante. Quest'ultima barriera richiese una frase ben precisa per essere aperta:
    "Maggiore Yladd a rapporto."
    La voce della donna era ferma e severa, senza traccia di esitazione, dubbio o sgomento. Nell'istante successivo la porta ruotò pesantemente sui saldi cardini metallici, mentre la parete di fondo del magazzino scorreva di nuovo a posto, incastrandosi perfettamente con l'ambiente circostante: nessuno avrebbe mai sospettato cosa accadesse là dentro.
    La porta blindata si richiuse alle spalle dell'Inquisitore, rimasta in piedi sull'attenti poco dopo la soglia nonostante la presenza di alcune sedie imbottite all'interno della stanza. L'aspetto dell'ambiente era in effetti radicalmente diverso dalle sezioni precedenti: luci al led color bianco caldo, un tavolo di design in metallo sottile al centro della stanza, sedie ricoperte in tessuto nero, stampe dei loghi della Keitto-kei fissate alle pareti, uno schermo bidimensionale di quasi un metro su una delle pareti e un sistema di aria condizionata. L'intera stanza misurava una ventina di metri quadri.
    "Si metta pure a sedere, Inquisitore" lo schermo si accese, mostrando uno Hyadesiano sulla cinquantina, calvo, con acquosi occhi verdi e il naso leggermente storto, probabilmente in danneggiato in servizio. La divisa e i gradi appuntati sul petto lo qualificavano senza ombra di dubbio come Generale di Divisione della Keitto-Kei. Le cicatrici di servizio andavano chiaramente oltre quanto visibile: il suo respiro era leggermente affannoso, e ogni tanto lasciava fuoriuscire un rantolo soffocato.
    Yladd acconsentì all'ordine, spostandosi fino alla sedia più vicina e sedendosi rigidamente in maniera composta.
    "Generale di Divisione Gilroy, in cosa posso esserle utile?" i convenevoli erano decisamente secondari, nel contesto, e la donna non faceva nulla per nascondere la propria impazienza.
    "Non sarò breve, Maggiore." iniziò Gilroy, evidentemente di altro avviso riguardo la fretta "Lei sa bene di essere un simbolo, non è vero? Una Hyadesiana di decima casta, che a dispetto delle naturali aspettative è ascesa al rango di Maggiore, probabilmente diretta a vette ancora maggiori. Lei rappresenta la speranza che chiunque, per quanto umile, possa ambire a giovare alla nostra società e, allo stesso tempo, come l'essere bloccati sul fondo della società non sia pertanto dovuto solo dalla genetica degli individui ma solo dalla loro mancanza di sforzo e dedizione."
    L'Inquisitore non commentò.
    "Date queste premesse, capirà quanto mi rincresca affidarle l'incarico di cui le parlerò adesso. Una agente come lei è tutt'altro che sacrificabile, ma è la persona più indicata."
    Seguì una breve pausa imbarazzata, come se Gilroy stesse cercando le parole giuste.
    "Nessuno dei miei incarichi è mai stato privo di rischi. Completerò ogni compito al meglio delle mie possibilità e, se cadrò in servizio, lo farò senza alcun rimpianto, se non quello di non poter servire ulteriormente la mia patria. Vada avanti, non ho bisogno mi sia indorata la pillola."
    Simili ipocrisie non le erano nuove: la casta contava eccome, molto più delle reali abilità e più bassa era più si era sacrificabili. Ma era giusto così.
    "Invidio la sua forza d'animo. Bene, andrò subito al sodo. La sua destinazione sarà Feldgher. Immagino abbia una conoscenza sommaria del luogo e di chi lo popola."
    "Certamente, conosco i Feldghra. Una enorme varianza genetica senza però una giusta direzione. Davvero uno spreco. In che modo rientrano nei nostri piani?"
    "La loro varianza genetica, come ha detto, manca di direzione, però riscuote comunque un certo interesse per i nostri bioscultori. La possibilità di poter accedere liberamente a quel mondo e prelevare i campioni che ci servono è da preservare il più possibile. Fino ad oggi non avevamo alcun problema a riguardo, ma la situazione politica sta precipitando. La Repubblica Solare nona aspetta altro che un casus belli che le consenta di annettere il mondo con la forza, e i membri anti-repubblicani paiono ben intenzionati a fornirne uno al più presto. Abbiamo la certezza che alcuni reparti del Mostro dalle 21 Teste siano coinvolti nel movimento anti-repubblicano, anche se possiamo solo ipotizzare i loro motivi. I nostri agenti sono stati uccisi prima di poterlo scoprire."
    Un'espressione di rabbia e sdegno si fece largo sul volto del Maggiore.
    "Quelle immondizie. Si pentiranno del giorno in cui hanno deciso di mettersi contro la Keitto-Kei."
    "Lo spero proprio. Ma non si tratta di una missione di vendetta. Quello che ordiniamo è di monitorare la situazione, fornire quante più informazioni possibili e ostacolare il più possibile i piani di entrambe le fazioni in gioco, sferrando una buona pugnalata alle spalle quando possibile. Non ci dispiace che sprechino le loro forze l'una contro l'altra, ma non desideriamo la vittoria completa di nessuna delle due. L'ideale sarebbe ridurre l'intera faccenda ad una vittoria di Pirro per una delle due potenze. I dossier sul tavolo racchiudono tutte le informazioni dettagliate, oltre alla lista dei sottoposti che ti affiancheranno."
    Sul tavolo in metallo erano in effetti poggiati una discreta quantità di fogli recanti i sigilli della Keitto-Kei.
    "Protocollo usuale: memorizzi le informazioni e poi distrugga tutto."
    La donna annuì e prese i fogli dal tavolo con aria pensierosa.
    "La sua casta genetica e il suo aspetto renderanno molto difficile inquadrarla come parte della nostra organizzazione, e vale lo stesso per la maggior parte de i sottoposti che abbiamo selezionato: si tratta di agenti di casta inferiore alla ottava, salvo qualche rara eccezione. Gli agenti caduti erano equipaggiati con le V-mask di ordinanza, che riteniamo essere cadute in mano nemica: non possiamo affidarci al loro utilizzo, e per questo impiegheremo agenti naturalmente incospicui."
    "Capisco."
    "Non ne dubito. Non ho altro da dirle, partirà per Feldgher tra 48 ore. Raduni la sua unità allo spazioporto centrale, le è stato riservato lo scafo riportato sui moduli. Buona fortuna, le rendo grazie per il suo servizio."
    "Non è altro che un onore." fu la laconica risposta dell'Inquisitore, mentre si alzava e si incamminava verso l'uscita. Sapeva bene che molto probabilmente non avrebbe mai più rivisto l'amato Ammasso. Eppure avrebbe sacrificato la vita anche mille volte senza battere ciglio, se necessario. Non esistevano prezzi troppo alti.
     
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    Preludio alla tempesta [4/4]



    [Log Automatico Canale Privato #12937 || ore 00:23:12 || data sconosciuta]

    [00:23:12] H3lios si è unito alla chat
    [00:23:47] S3l3n3 si è unito alla chat
    [00:25:12] Felgher_Resistance si è unito alla chat
    [00:25:41] H3l10s: è tutto pronto?
    [00:25:52] S3l3n3: quasi
    [00:26:17] Feldgher_Resistance: cosa significa "quasi"?
    [00:26:23] H3l10s: definisci "quasi", per favore
    [00:26:27] S3l3n3: maggioranza dei pezzi sulla scacchiera
    [00:26:50] Feldgher_Resistance: credo di aver capito
    [00:27:12] Feldgher_Resistance: ma... questo canale è sicuro?
    [00:27:12] Feldgher_Resistance: stiamo usando dei termini un po' vaghi...
    [00:27:18] H3l10s: sicurissimo
    [00:27:27] H3l10s: è soltanto una bizzarria di S3l3n3
    [00:27:43] Feldgher_Resistance: va bene
    [00:27:59] Feldgher_Resistance: chi sarebbero i pezzi? e come mai ne mancherebbero alcuni?
    [00:28:06] S3l3n3: Repubblica Solare, Keitto-Kei, Mostro dalle 21 Teste. Pezzi mancanti: ancora impossibile posizionarli.
    [00:28:08] Feldgher_Resistance: credo di aver capito
    [00:28:14] Feldgher_Resistance: parli dei Contractors?
    [00:28:16] S3l3n3: affermativo
    [00:28:41] Feldgher_Resistance: e sono così importanti?
    [00:28:44] S3l3n3: affermativo
    [00:28:56] H3l10s: non sottovalutiamo l'apporto dei Contractors. Sono una variabile dal peso notevole: la loro imprevedibilità rende molto difficile fare previsioni affidabili sul lungo termine
    [00:29:10] Feldgher_Resistance: mmm
    [00:29:12] Feldgher_Resistance: capito
    [00:29:21] Feldgher_Resistance: sono così imprevedibili che potrebbero tranquillamente rovinare i nostri piani o quelli degli altri
    [00:29:23] S3l3n3: corretto
    [00:29:31] Feldgher_Resistance: e soprattutto possono prendere l'iniziativa in maniera personale. Sarà difficile inquadrarli.
    [00:29:33] S3l3n3: corretto
    [00:29:51] H3l10s: me ne sono occupato io, nei limiti delle mie possibilità. Ho deviato parte dei fondi per accaparrarmi i migliori che si possono trovare sul pianeta. Con alcuni ha funzionato.
    [00:30:14] Feldgher_Resistance: in questo modo però sottrai armi e mezzi alle nostre milizie
    [00:30:20] Feldgher_Resistance: e quindi anche uomini
    [00:30:22] S3l3n3: corretto
    [00:30:29] H3l10s: no, il numero delle nostre forze rimane invariato alla fine, ma allo stesso tempo sottraggo possibili forze ai nostri nemici.
    [00:30:31] S3l3n3: corretto
    [00:30:43] Feldgher_Resistance: sarà...
    [00:30:43] Feldgher_Resistance: ma ok, le tue proposte hanno funzionato fino ad ora.
    [00:30:47] Feldgher_Resistance: hai la mia fiducia.
    [00:30:52] Feldgher_Resistance: anche se preferirei fosse reciproca...
    [00:31:00] H3l10s: se ti riferisci alla proposta di una riunione di persona, siamo costretti a declinare l'invito, per i medesimi motivi delle altre volte.
    [00:31:54] Feldgher_Resistance: non c'è problema
    [00:32:27] Feldgher_Resistance: stiamo andando fuori dal seminato. Cosa sapete dirmi delle tre fazioni di sopra?
    [00:32:31] S3l3n3: Repubblica Solare, Keitto-Kei, Mostro dalle 21 Teste?
    [00:32:37] Feldgher_Resistance: sì, loro
    [00:28:56] H3l10s: ognuno dei tre è consapevole della presenza degli altri due, ed è determinato a sconfiggere la concorrenza. Sono iniziate le prime scaramucce tra la Keitto-Kei e il Mostro dalle 21 Teste, con una vittoria marginale di quest'ultimo. Irrilevante a livello di conflitto. Possiamo attenderci una mancanza di coesione e disciplina tra le forze del Mostro dalle 21 Teste. Una volta scomparsi i vertici della loro catena di comando, non saranno in grado di operare. Per quanto riguarda la Keitto-Kei, la loro disciplina è di ben altro stampo, ma si trovano su un territorio che non conoscono senza speranza di rifornimenti affidabili. Non saranno in grado di resistere alle tattiche di logoramento.
    [00:32:18] Feldgher_Resistance: e i Solari?
    [00:32:56] H3l10s: non potranno agire alla luce del sole. Regole di ingaggio, opinione pubblica. Sono fattori che possiamo ritorcere contro di loro fino a renderli incapaci di agire.
    [00:33:06] Feldgher_Resistance: credo di aver capito
    [00:33:21] Feldgher_Resistance: va contro i nostri principi, ma ci affideremo a degli stranieri
    [00:33:27] Feldgher_Resistance: senza offesa
    [00:33:33] H3l10s: nessuna offesa
    [00:33:41] H3l10s: vi assicuro di nuovo che non avete nulla da temere da noi. I nostri obiettivi collimano, tutto qui.
    [00:33:51] Feldgher_Resistance: va bene, va bene
    [00:34:01] Feldgher_Resistance: anche se, giunti a questo punto, saremmo curiosi di conoscerli, questi vostri obiettivi
    [00:34:13] Feldgher_Resistance: cosa vi entra in tasca da una nostra vittoria?
    [00:34:15] S3l3n3: molto.
    [00:34:22] H3l10s: potremo continuare la nostra esistenza. La Repubblica non lo permetterebbe mai, ancora meno gli altri.
    [00:34:36] Feldgher_Resistance: siete dei dissidenti politici?
    [00:34:41] H3l10s: una specie.
    [00:35:00] Feldgher_Resistance: dei fuggiaschi, quindi. E non avete trovato altre alternative a questo?
    [00:35:02] S3l3n3: no
    [00:35:17] Feldgher_Resistance: capisco. Ci aggiorniamo allora. Forniteci quanto prima gli identificativi dei Contractor che riuscite ad assoldare
    [00:35:33] Feldgher_Resistance: così da poterli incorporare nei piani il prima possibile
    [00:35:35] S3l3n3: affermativo
    [00:35:53] H3l10s: lo faremo senz'altro. Fino ad allora, silenzio radio. Vi contatteremo tramite i soliti canali.
    [00:36:12] Feldgher_Resistance: va bene. Fino ad allora, buona fortuna.
    [00:36:14] S3l3n3: non esiste la fortuna
    [00:36:23] Felgher_Resistance ha abbandonato la chat
    [00:36:24] H3l10s: /leave
    [00:36:25] S3l3n3 ha abbandonato la chat
    [00:36:36] H3l10s ha abbandonato la chat

    [Fine Log Automatico Canale Privato #12937 || ore 00:36:37 || data sconosciuta]
     
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4 replies since 14/7/2021, 11:32   224 views
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