Eszti Cohen

Eszti Cohen
Classe: Protettore [Keitto-Kei]
Rango: Agente Semplice
Razza: Hyadesiana
Pianeta di Origine: Chaquen
Età: 30 anni
Altezza:: 1,65 m
Peso:: 59 kg
Gruppo Sanguigno:: AB+
Profilo Psicologico:: Essendo stata cresciuta dalla Keitto-Kei, Eszti è una convinta difenditrice della divisione in caste. Per lei, lo stato di sangue è una caratteristica essenziale di una persona e da esso dipende il suo valore nella società. Potrà sembrare un controsenso, considerando che è di casta 10, ma Eszti ritiene di essere nata per servire chi è geneticamente migliore di lei. Un concetto che le è stato inculcato a poco a poco, durante la sua infanzia, e che non ha mai avuto motivo di mettere a discussione. Eszti tende quindi ad assumere un atteggiamento umile e quasi adulatorio quando di fronte a hyadesiani di casta superiore alla propria, ma può dimostrarsi arrogante di fronte agli individui più umili della società hyadesiana o appartenenti ad altre razze: la sua purezza genetica potrà essere bassa ma è sicuramente più elevata rispetto a quella dei non hyadesiani, che non si sono mai interessati a curarla e tramandarla. Ha iniziato a studiare medicina in parte perché spronata a farlo, in parte per il desiderio di essere utile agli altri: per lei non c'è nulla di meglio che prendersi cura della salute dei suoi colleghi... e aiutarli a mantenere in vita i nemici dello stato durante gli interrogatori. Per quanto tenda a seguire l'etica medica, la applica rispetto al paziente che si trova a dover curare: il valore della vita, dopotutto, è per lei strettamente correlato alla purità del sangue. Come potrebbe mettere allo stesso livello un prigioniero e un agente della Keitto-Kei?
Descrizione: Non può saperlo, in quanto è stata separata dalla sua famiglia durante i suoi primissimi anni di vita, ma Eszti assomiglia tremendamente a sua madre. Da Tara Cohen ha ereditato non solo i tratti del viso e la corporatura, ma anche i suoi capelli ricci: una chioma folta che le arriva fin oltre alle spalle, di un castano tendente allo scuro che tradisce immediatamente la sua bassa casta. Per quanto ami tenere i capelli sciolti, quando lavora o viaggia nello spazio li lega in un basso chignon, in modo che non la disturbino. I suoi occhi, di un verde chiaro tendente al giallo, sono l'unica cosa che ha ereditato dal padre.
Abbigliamento: Eszti predilige un abbigliamento pratico e resistente, che garantisca una buona libertà di movimento e che sia di un materiale adatto ad essere lavato frequentemente. Tende a scegliere capi di taglio hyadesiano, i cui colori vanno dal bianco (colore simbolo della verità e del candore, e di conseguenza anche sinonimo di affidabilità e igiene) al verde o all'azzurro (colori in grado di azzerare l’intensità del rosso del sangue). L'abbigliamento specifico della sua professione comprende: un camice bianco, una bandana per coprire i capelli e mascherine in stoffa elasticizzata lavabile.
Storia: Il padre di Eszti, Ean Von Ahnen, era il primogenito di una famiglia di casta 5 la cui professione primaria era la politica. Cresciuto per diventare un politico come suo padre, Ean non si oppose al matrimonio combinato con Paaie Von Ahnen: vista l'importanza che la sua famiglia dava alle caste, tanto da arrivare ad espellere i discendenti il cui sangue non si fosse rivelato sufficientemente puro, non era poi così sorprendente che gli venisse chiesto di sposare sua cugina. Il suo matrimonio si trasformò presto in tragedia: per quanto Ean non potesse dire di essersi innamorato perdutamente di Paaie, soffrì pesantemente quando lei perse la vita per una complicanza durante il parto. Una sofferenza che divenne ancora più grande quando l'uomo si rese conto che suo figlio, il bambino per il quale sua moglie aveva dato la vita, era nato debole e malaticcio. Generazioni di matrimoni tra consanguinei avevano finalmente dato il loro triste frutto, pesando così tanto sulla salute del piccolo Aibek Von Ahnen da portare i medici a dire che difficilmente avrebbe raggiunto la maggiore età. Il fatto che i test genetici fatti alla sua nascita l'avevano rilevato come uno hyadesiano di casta 4, un'intera casta superiore a quella dei suoi genitori, venne percepito da Ean come una vera e propria beffa.

La morte di Aibek fu per lui la classica goccia che fa traboccare il vaso. La sua famiglia aveva portato la politica della divisione in caste all'eccesso, lo sapeva, ma questo non gli impedì di cominciare a considerarla il fulcro di ogni sua sofferenza. L'esistenza delle caste non era un bene per la società hyadesiana e lui aveva intenzione di fare tutto il possibile per cambiare le cose. L'incontro con Tara Cohen, una hyadesiana di casta 12, durante un viaggio di lavoro su Veive non fece altro che consolidare la sua linea di pensiero, portandolo ad usare il suo status di politico per attaccare pesantemente la divisione in caste. Azione che ebbe grandi conseguenze sia sulla sua carriera che sul suo status nella famiglia Von Ahnen. Diseredato dal padre, fu costretto a rinunciare alla sua carriera politica e a lasciare Satre in quanto 'persona non grata'. Stabilitosi a Veive, cominciò a convivere con Tara mentre continuava ad attaccare la divisione in caste.

Solo quando Tara rimase incinta, Ean cominciò a rivalutare le sue priorità. Salvare la società hyadesiana era un'impresa complessa, quasi impossibile: voleva davvero che sua figlia crescesse in un ambiente simile? Così, racimolati i loro pochi risparmi, Ean e Tara presero la prima nave per Chaquen e lasciarono l'Ammasso delle Iadi. Liberi finalmente dalle leggi sociali hyadesiane, che impedivano il matrimonio tra individui di caste diverse, si sposarono. Durante la cerimonia, Ean prese il cognome della moglie, rinunciando di fatto ad ogni speranza di ricongiungersi con la famiglia che l'aveva scacciato. Nel passato non si sarebbe mai aspettato di poter anche solo considerare di lavorare come contadino ma gli anni passati su Veive l'avevano cambiato. Non era più il rampollo di una ricca famiglia né il politico che sognava di far la differenza: voleva solo offrire una vita degna a sua moglie e a sua figlia. Questo non significava però che aveva intenzione di rinunciare completamente al suo sogno: tra trasmissioni attraverso un ripetitore clandestino e qualche salto a Veive per spronare la gente, il neo-contadino proseguì la sua opera di propaganda.

Eszti nacque quindi a Chaquen e fece i suoi primi passi nei campi in cui i suoi genitori lavoravano. Compiuti tre anni di età, improvvisamente sparì. Ean la cercò disperatamente per diversi giorni, pensando che si fosse allontanata in un momento di distrazione della madre e si fosse persa nei campi. Giorni che si trasformarono presto in settimane, mesi e anni. La piccola non fu mai trovata: non si era persa né era caduta da qualche parte, era stata rapita. La Keitto-Kei non aveva approvato la continua interferenza di Ean, il suo continuo scontrarsi con le tradizioni hyadesiane, così aveva deciso di punirlo portando via ciò che per lui più contava. Eszti fu quindi cresciuta nell''Ammasso delle Iadi, dove venne educata con lo scopo di renderla un agente modello, l'esatto opposto dei suoi genitori. I test genetici la inserirono nella casta 10, così le venne insegnato a servire chi era migliore di lei: perché il sangue per gli hyadesiani era tutto. Ean l'avrebbe incontrata solo vent'anni dopo, durante una delle sue manifestazioni a Veive. All'arrivo delle forze dell'ordine, l'uomo avrebbe dovuto darsi alla fuga, come sempre aveva fatto, ma al vederla si bloccò: una giovane donna dell'età che avrebbe dovuto avere sua figlia, identica a Tara... come avrebbe potuto non riconoscerla? La verità sulla scomparsa della sua bambina divenne chiara nella sua mente mentre Eszti stessa si occupava di ammanettarlo. Non avrebbe dovuto essere lei a farlo, come medico i suoi compiti avrebbero dovuto essere ben diversi, ma per qualche ragione i suoi superiori le avevano chiesto di occuparsi di quell'arresto. La donna non avrebbe mai compreso il motivo, si sarebbe presto anche dimenticata delle sue perplessità, mentre Ean avrebbe capito chiaramente il messaggio che la Keitto-Kei aveva voluto inviargli.