Una volta all'interno dell'aria buia, Leorio si mosse il poco necessario per dare un'occhiata intorno a sé, attendendo l'arrivo del dottore oltre la finestra appena scavlcata.
Il luogo appariva spoglio, lasciato a sé stesso ed inutilizzato da qualcuno di propriamente accurato da chissà ormai quanto tempo, il nascondiglio perfetto per qualche brutto ceffo intento a nascondere un ostaggio in attesa di ricevere un riscatto.
Era abbastanza a suo agio, sicuro di sé e dei suoi movimenti, forte della mimetica della sua tutta da infiltrazione ottimale per la situazione ma, di certo non imprudente, dopo tutto aveva imparato che era importante rendersi premurosi degli accorgimenti anche più piccoli, persino in un luogo sorvegliato da individui non proprio scaltri.
Senza spostarsi troppo, da qualche scaffare diroccato avrebbe recuperato il primo panno o pezzo di carta abbastanza grande ed asciutto per eliminare abbastanza acqua dalla suola delle sue scarpe che, sebbene silenziose, se non accuratamente asciugate avrebbero lasciato impronte estremamente visibile in mezzo a tutta quella polvere; certo sapeva bene come muoversi per dare nell'occhio il meno possibile ed il suo obbiettivo era certo quello di fare fuori i bastardi ancora prima che si accorgessero della sua presenza, come sempre.

Fece un cenno col capo al dottore, evitando di parlare per ridurre al minimo il rumore; effettivamente si sentiva un po' meno sicuro con un'altra persona dietro, dopo tutto non sapeva quanto rumoroso poteva essere e non voleva rischiare troppo.
Si fece coraggio, ascoltando nel frattempo le voci provenire dal fondo del corridoio sul lato opposto del capannone, probabilmente l'ingresso a giudicare dalle frase che i due si scambiano.
Considerata la situazione ed il fatto che fosse necessario trovare una persona in quel luogo sarebbe stato meglio iniziare in fretta a dare un'occhiata rapida, il fatto che i Contractors fossero due avrebbe certo potuto giocare a vantaggio in quella situazione.
L'infiltratore si sarebbe avvicinato dunque alla porta sulla sinistra rispetto alla finistra dalla quale avevano fatto irruzione, accostandosi senza aprirla, ma tentando di carpire rumori, movimenti e suoni d'indizio dall'altro lato della superficie di legno poco solida e rovinata da tempo.
Solo nel caso la sua percezione gli avesse dato sicurezza, avrebbe provato lentamente ad aprirla e a guardarvi dentro.

Alla risposta del dottore, Leorio si assicurò rapidamente che nessuno fosse nei paraggi della grata, annuì e si voltò per procedere in maniera scaltra e silenziosa (per quanto il suo rumore di passi nella pioggia lo permettesse) verso la grata giù citata.
Fosse stata un'altra la situazione, una più tranquilla, probabilmente il Contractor si sarebbe posto domande sul modo di inteloquire che l'uomo con cui stava lavorando aveva, ma in quel momento il pensiero lo sfiorò veramente solo da lontano, oramai concentrato in tutto e per tutto sul trovare il modo di aggirare l'eventuale sicurezza del capannone.

Mentre si muoveva si assicurò che l'uomo fosse rientrato nel capannone; una smorfia gli fece storcere per un attimo le labbra, la maledetta pioggia probabilmente stava tenendo dentro al capannone tutti gli uomini della scorta al prigioniero, come avessero paura di bagnarsi manco fossero fatti di carta. Poco male, avrebbe solo dovuto prestare più attenzione a muoversi dentro il capannone.

Una volta giunto davanti alla grata, osservandola per qualche istante e sincerandosi della sua effettiva stabilità, provò a tirarla via mantenendo il silenzio, ma a quanto pareva, seppur arruginita e malconcia, qualcuno doveva averla recentemente fissata nuovamente al condotto; dubitava si fosse trattato di un'espediente per la sicurezza del luogo quanto più un caso sfortuito per loro.
Attese che a sua volta fosse il dottore a provare, senza successo a sua volta, mentre si appuntava mentalmente che avrebbe dovuto acquistare qualcosa per queste evenienze, magari qualche micro-laser per tagliare il metallo, magari il dottore dopo avrebbe saputo indicargli dove acquistare un bisturi-laser per l'evenienza?
«Dannazione, questa non ci voleva...»
Esclamò, scuotendo il capo, mentre si soffermava per qualche secondo a braccia incrociate.
«Dovremmo fare alla vecchia maniera, a questo punto... Mi segua dottore, sono stanco di stare sotto questa pioggia»
Sospirò, muovendosi poi rapidamente, ma con un passo che comunque prevedeva di non lasciare indietro il suo compagno di missione, verso il lato lungo del capannone. Le vetrate delle finestre sembravano tutte sbarrate, quelle che vi erano, o ermeticamente chiuse e se avessero tentato di sfondarne una... Beh, avrebbero ottenuto il medesimo risultato che se si fossero comportati così con quella grata, forse peggio.

La sfortuna, non diciamolo troppo forte, magari si era già stancata e finalmente Leorio riuscì ad intravedere un'entrata sul retro del capannone, una finestra a scorrimento che pareva essere stata lasciata un poco aperta.
«Bene... Non è poi così alto, se solo non ci fosse la dannata pioggia»
Si mise a pensare, dopo di che tentò di individuare gli appigli più saldi sul muro del capannone, tracciando un'eventuale percorso magari su casse lì vicino e sporgenze eventuali.

«Ho una corda resistente con me, dottor Hedsworth, gliela calerò una volta dentro, così non avrà difficoltà a saltare attraverso la finestra; le va bene?»
Se il dottore avesse approvato, una volta eseguito un balzo, aperta la finestra e controllato che il luogo fosse al sicuro (e sembrava esserlo visto che non appariva nessuna luce all'interno) avrebbe recuperato la sua corda in fibra dallo zainetto tattico e l'avrebbe calata per facilitare la salita del dottore.

Una volta all'interno, in ogni caso, la prima cosa di cui Leorio si sarebbe premurato, cercando di tenere il profilo più basso possibile ed agire in maniera furtiva, sarebbe stato cercare di comprendere l'area circostante, osservare magari che vi fosse la presenza di una piantina del luogo sui muri, come capitava spesso per motivi di sicurezza in luoghi del genere, e di provavre a percepire eventuali rumori nell'area circostante.

Dopo essersi congedato dal dottore, Leorio si diresse rapidamente verso l'hangar in cui aveva lasciato la RedDrop- Approfittà dei momenti in cui dovette prendere i mezzi per raccogliere il più possibile la concentrazione utile a rimanere il più possibile fermo sul suo obbiettivo; la sua mente vagava in automatico per le tattiche che avrebbe potuto intraprendere nelle varie eventualità che si sarebbero potute palesare di fronte a sé.
Non fece molto caso alle persone che lo osservavano; solitamente bastava a quasi tutti uno sguardo di rimando da parte del Contractor per fare in modo che quello venisse distolto rapidamente.
Questo volta il suo sguardo rimase perso ma attento allo stesso tempo, percorse la strada e salì sulla nave, recuperando gli equipaggiamenti che riteneva utili e cambiandosi rapidamente in modo che la tuta mimetica con sopra un gilet pieno di tasche, fosse comodo e pratico, l'abbigliamento adatto alla missione che in quell'ambiente e quell'occasione sarebbe stat al massimo delle sue capacità.

Il viaggio di ritorno fu più traquillo comunque, la gente era quasi tutta rientrata nelle loro abitazioni o si era diretta in luoghi di ritrovo e svago. Il Contractor percorse la stessa strada, tornando al punto di incontro prefissato col dottore per iniziare a sondare il territorio della missione.
Si avvicinò, osservando con molta attenzione tutto ciò che gli stava attorno, ultimamente si era detto che avrebbe dovuto al più presto procurarsi un visore notturno, considerando che spesso si muoveva di notte, gli sarebbe stato utile, ma per quella volta ancora, in caso, avrebbe cercato di utilizzare la sua torcia facendo attenzione a non dare troppo nell'occhio.
«Eccomi Dr.Hedsworth» si annunciò, accennando ad un gesto neutro col capo, senza smettere di osservare il capannone davanti a sé «Sembra che la guardia non sia molto...» sembrava, appunto, ma non bisognava certo abbassare la guardi per quel motivo, anzi l'unico punto a loro favore per quel momento era proprio che meno persone c'erano, meno sarebbe stato probabile che qualcuno li avesse visti.
Mosse qualche passo, tentando di rimanere ovviamente nascosto nell'ombra, senza incedere nei fasci luminosi dei sistemi di fari presenti nella zona del capannone.
Si sarebbe innanzitutto premurato di osservare i lati visibile del capannone per osservare qualche eventuale entrata sicura prima di decidere se fosse stato meglio occuparsi dell'uomo a guardia dello stabile o trovare un modo più consono per infiltrarsi.
«Uhm?» gli occhi guizzanti si soffermarono sulle tubature nelle vicinanze del capannone, osservandole con attenzione, soprattutto il terreno smosso, come se qualcuno avesse nascosto malamente il fatto che fossero state prima spostate e quindi probabile ingresso di condotti di aereazione.
«Forse si potrebbe entrare da lì» si rivolse al dottore, con tono basso, volgendo solo ad esse lo sguardo sull'uomo «Preferisce aspettare qui?» non che sembrava realmente che gliene importasse moltissimo, e non cercò nemmeno di nasconderlo, però era comunque un dottore sebbene non apparisse proprio il tipo con troppi problemi a sporcarsi.

A Leorio capitava veramente spessissimo di inizare a camminare lungo la strada senza curarsi effettivamente di dove stesse andando a finire; che fosse un pianeta o una città da lui conosciute o meno non faceva poi moltissima differenza per ciò che gliene importava.
I passi venivano guidati dall'inerzia involontaria, che lo costringeva in parecchie occasioni a cercare un luogo in cui trovare il ristoro per la mente e per il coropo dopo qualche missione o semplicemente quando il buio della sera portava alla mente pensieri che potevano essere annebbiati solo grazie a quelche buon bicchiere di alcolico dalla forza dirompente ed un paio di sigarette in tranquillità.
Indossava una giacca nera con il colletto tirato su, la maglia di un grigio metallico e pantaloni stretti del medesimo colore del cappoto; un abbigliamento classico e tutt'altro che consono al periodo ed al luogo, ma a lui poco importava a dirla tutta.

Parve destarsi, sollevando il capo verso l'alto, mentre il fumo dell'ultima boccata di una sigaretta durata anche fin troppo usciva fuori dalle sue labbra dischiuse sotto il bianco gelido della neve che infioccava quella strada lastricata di pietre grige.
Che posto era? Per qualche istante si arrestò, cercando di ritrovarsi nel labirinto che la sua mente aveva creato per estraniarlo dal mondo reale; non pareva esserci nessuno in giro in quel luogo, eppure la costruzione di mattoni rossi che gli si parava dinnanzi pareva fatta apposta per accogliere molte persone intente a trovare conforto.
Era sulla Terra? Sì, forse in un primo momento lo avrebbe giurato, eppure non si ricordava nemmeno di esserci mai passato di lì.
Si sentì strano, ma proprio quella sensazione quasi inquieta lo costrinse ad accettare l'invisibile abbraccio che l'ambiente di fronte a sé gli propinava.

Decise dunque di entrare, ormai spinto da una curiosità che sopprimeva il suo senso di prudenza già spesso eccessivamente accentuato a causa del lavoro che svolgeva.
Aprì la porta, vi erano già due individui, più quello che potè faclmente indicare come la persona che conduceva il locale. Non gli pareva di conoscere nessuno, ma -se gli altri due l'avessero portata visibile, come lui faceva sul braccio destro- si sarebbe reso conto della presenza di altri Contractors.
Il mozzicone della sigaretta era stato ovviamente spento su un posacenere all'esterno, prima di entrare. Si avvicinò al bancone, gettando solamente un rapido sguardo agli altri presenti, poggiando poi le mani cibernetiche di colore nero sul legno scuro della superficie alla quale si era accostato.
«Salve, un whisky, Dalmore se ne avete, magari di almeno dieci anni» chiese, con tono deciso ma affabile al barista nerboruto, osservandolo per cercare di capire se si fosse ricordato di essere già stato in questo posto «E mi lasci la bottiglia» aggiunse, mentre si accomodava su uno degli sgabelli in attesa del suo ordine.

Il Contractor ascoltò con attenzione tutte le parole che la donna aveva da offrire alla coppia di agenti che avrebbe mandato in missione per suo conto. Non mancò di notare come la committente si atteggiasse e cambiasse tono della voce ogni qual volta si ritrovava a parlare della ragazza rapita e dei suoi aguzzini.
Non capiva se ci fosse qualcosa che l'altra stesse loro tenendo nascosto, ed il dubbio si sollevò soprattutto quando tenne a specificare il "poco valore" dell'ostaggio e della ricompensa che avrebbe dato loro... In fin dei conti a Leorio non importava sapere se la persona per la quale lavorava era ricca o meno, dopo tutto il compenso era comunque stabilito a priori e quindi non se ne sarebbe fatto nulla di quella informazione, a meno che non fosse stata importante per lo svolgimento dell'incarico stesso.
Decise in ogni caso di rimanere composto ed in silenzio, osservando solamente con la coda dell'occhio i due tizi indicati dalla donna, descritti come alla stregua di coloro che avrebbero incontrato una volta giunti sul luogo della missione; qualsiasi fosse stato il loro equipaggiamento, in ogni caso, a lui bastava non farsi scoprire ed agire come aveva sempre fatto, e nel caso essere più rapido degli altri a colpire, nessuno scontro prolungato, nessuno vivo troppo a lungo da poter chiamare eventuali rinforzi.
«Bene, recuperermo l'ostaggio e lo porteremo al sicuro, immagino ci aspetterà qualcuno che la prenda in custodia una volta liberata» .
Concluse, senza effettivamente porre quella frase come una domanda, ma più come un'affermazione.
Avrebbe dunque atteso che la donna si fosse allontanata per poi rivolgere lo sguardo al suo nuovo collega e compagno di avventura.
Lo sguardo fu serio, ma assolutamente non intento a rivolgere nessuna sensazione ostica.
«Allora, sono certo che sarà un piacere lavorare con lei Dr. Hedsworth» gli porse la destra, in attesa che l'altro la stringesse «Potete chiamarmi Vega. Datemi qualche istante per recuperar e il necessario e sarò subito da voi, incontriamoci pure al punto della missione».
Concluderebbe, accordandosi con l'altro Contractor e separandosi dal dottore per recuperare l'equipaggiamento necessario, con l'intento di incontrarlo nelle vicinanze del capannone qualche minuto dopo.

Il clima e la temperatura che il luogo propinava quella sera era sicuramente quello che ci si poteva aspettare in quel periodo dell'anno in una parte del mondo come quella. Sebbene durante i secoli il riscaldamento globale avesse cambiato in maniera più o meno evidente le fascie climatiche terrestri, c'era comunque da dire che il tutto era rimasto essenzialmente vivibile, anche merito forse dell'arresto dello sfruttamento fino al midollo di quelle risorse tanto preziose che ne avevano martoriato i "polmoni" forse, o dell'incredibile spirito di sopravvivenza della Terra stessa, inguaribile guerriera.
Anche avendo controllato le situazioni e le previsioni metereologiche prima di giungere a destinazione, Leorio era ancora fortemente disabituato all'adattamento climatico terrestre e un po' lo sorprendeva; se ne ricordava bene, ma dopo aver passato settimane e mesi a volare tra un pianeta e l'altro dalle molteplici sfaccettature e rischiando magari di beccarsi qualche danno a causa di bio-hazard poco simpatici, quello era sicuramente un paradiso.

Si sistemo la giacca color terra scura, delineando la propria visuale sui passanti per identificare il tipo di persone che venivano e andavano in quel distretto, commerciale a tuti gli effetti; le mani di un materiale biomeccanico nero, che a prima vista potevano dare l'impressione di essere avvolte da una sorta di elegante guanto, si mossero impazienti nelle tasche per controllare di non aver dimenticato nulla, anche se probabilmente dopo aver accettato l'incarico sarebbe tornato per recuperare l'attrezzatura necessaria in base alla richiesta.
Si avvide dopo qualche minuto di incrociare lo sguardo con un altro individuo che portava il simbolo della società Contractors su di sé, un uomo adulto gli pareva di capire con indosso già un'armatura di discreta fattura e... Un grambiule?
Abbassò le sopracciglia, scrutandolo per qualche istante con forse fin troppa indiscrezione, ma accennando ad un vago saluto col capo prima di allontanare lo sguardo e non farsi troppe domande.

Voltandosi fu impossibile non notare la figura che si avvicinava a loro. Dalla fisionomia, malcelata dietro gli abiti che più che renderla anonima le conferivano un aspetto estremamente sospettoso, sembrava una donna. Il pensiero non lascò molto sapzio a speculazioni, considerando che ella immediatamente e con fare fin troppo diretto per qualcuno che voleva cercare di nascondersi alla vista di occhi indiscreti, si avvicinò ai due Contractors.
Un ennesimo cenno col capo, sguardo fisso sulle lenti scure di lei quasi a volerne scrutare gli occhi attraverso, pentrando le lenti con un'occhiata indagatrice.
Poche presentazioni, anzi a dire il vero proprio nessuna...
La tizia appariva più agitata di quanto non volesse dare a vedere e Leorio la assecondò senza interrompere il suo discorso. Dopo tutto sembrava soddisfatta di aver trovato quello che cercava, e se il Contractor conosceva bene le proprie capacità era chiaro -forse fin troppo evidente dal grembiule che portava addosso- che l'altro fosse un dottore, o un macellaio... O entrambe.

Poco male, in ogni caso la tipa non appariva avvezza ai convenevoli e comunque i suoi dati sarebbero stati inviati al committente con l'accettaione della missione, dunque potevano benissimo perdere meno tempo con le formalità ed ascoltare ciò che la missione richiedeva.
Leorio ascoltò con attenzione, annuendo un paio di volte ma rimanendo immobile come una statua ed impassibile nello sguardo che non smetteva di osservare il volto della donna e la sua mimica, quella visibile quanto meno. Il suo tono sembrava estremamente agitato e si lasciò scappare qualche informazione di troppo.
Era quasi evidente che la persona da salvare fosse qualcuno di estremamente caro per lei, probabilmente un parente stretto, una sorella?
I motivi di quella segretezza potevano essere i disparati, c'erano alte probabilità che la donna fosse una sorta di personaggio pubblico di qualche genere e rivolgersi alla polizia le avrebbe reso la vita molto difficile oltre ad impedirle assolutamente di rivedere la ragazza presa in ostaggio.

Alla frase finale della donna, Leorio alzò le braccia all'altezza del petto, sistemandois velocemente i polsini della giacca.
«E' tutto chiaro» o almeno lo era per quel che nteressava a lui come Contractor. «Che tipo di difese devo aspettarmi, sapete se ci sono sistemi di sicurezza particolari all'interno d questo capannone?», chiese rapidamente, asserendo di conseguenza che l'incarico fosse ovviamente stato accettato per ciò che lo riguardava; solitamente portava via dai luoghi cose o informazioni, ma sarebbe stato divertente ed interessante provare a mettere in salvo un ostaggio da un gruppo di tirapiedi di qualche boss della malavita; Ah! Era proprio la Terra quella.

Leorio si concesse un breve istante di raccoglimento all'interno della cabina della propria navicella spaziale, subito dopo aver sollevato lo sguardo dallo schermo sul quale era apparso l'incarico appena giunto nelle vicinanze.
Tornare sulla Terra era sempre un piacere, nel bene o nel male era il luogo su cui era nato e cresciuto, e sebbene vi fossero ricordi dolorosi legati ai suoi ultimissimi anni di permanenza sul proprio pianeta d'origine, non si era mai tirato indietro nei confronti delle grandiose opportunità che la cultura mista e sfaccettata della culla di tutti gli uomini aveva in serbo per chi sapeva cercare bene e indagare sotto la superficie apparente delle cose.
Abbassò nuovamente lo sguardo color noce sullo schermo, rileggendo rapidamente le informazioni e premento senza indugiare troppo il tasto verde. Avrebbe comunque ascoltato cosa l'uomo aveva da dire, ma non si sarebbe fatto troppi problemi ad accettare l'incarico che gli pareva un ottimo modo per riprendere confidenza col fatto di avere i pieid per terra per un po'; dopo i recenti viaggi si sentiva vagamente scosso e "arrugginito", non si sarebbe lasciato sfuggire l'occasione di rimettersi a lavoro quando il destino gli aveva proposto un incarico proprio appena atterrato allo spazio-porto di Bruges.

Non sapendo esattamente di cosa si trattasse, decise di non appesantirsi immmediatamente con dell'equipaggiamento che magari non gli sarebbe servito; portò con sé le sue armi e le sigarette - nel caso avesse dovuto attendere più del dovuto -.
In quella cittadina era stato altre volte, lui era nato in una zona differente ma era sempre stato affascinato dall'architettura di quella parte dell'Europa occidentale e lo scorrere dei canali gli infondeva una certa tranquillità non da poco.
Il suo obbiettivo era comunque raggiungere la Nieuwe Stad, più moderna e spigolosa, ma comunque un ottimo luogo dove svolgere le proprie faccende e rimanere al sicuro; quella città era un porto franco per chi non voleva troppi problemi e preferiva continuare a vivere uan vita tranquilla, quanto meno apparentemente, poiché la criminalità era sempre dietro l'angolo, come dopo tutto ogni maledetto buco dell'iniverso in cui la malavita riusciva a mettere radici come una pianta infestante.

Visto che l'incontro si sarebbe tenuto fra un paio d'ore, decise di percorrere a piedi parte della Oude Stad, concedendosi di ammirare parte delle strade che ancora ricordavano il volto della Terra molti secoli prima che le guerre e la distruziona la rendessero martire di una battaglia che continuava a deturparle crudelmente il volto. Si mosse con tranquillità, distendendo i nervi e prendendo poi uno dei mezzi comunitari quando necessario per trasferirsi dalla città vecchia a quella nuova, più precisamente nella zona del Markt, un luogo grande ed affollato, il punto perfetto per svolgere affari e intraprendere discussioni di lavoro senza dare troppo nell'occhio.
Rimase all'entrata Sud, come richiesto dall'anonimo committente, dirigendosi nei pressi della betulla appena pianttaa che non fu difficile trovare chiedendo a qualche passante.
La fascia di colore marrone che portava su il simbolo dei COntractors e ne identificava il grado, era stata indossata fin da quando era sceso dalla RedDr0p; la portava segata sulla spalla destra, in modo che potesse essere facilmente visibile ed immediatamente riconoscibile come il segno distintivo che era.
Rimase dunque tranquillo, guardandosi attorno con fare indagatore, attendendo che qualcuno si facesse vivo; non era eccessivamente in anticipo ma si era lasciato una decina di minuti di scarto per poter controllare meglio la situazione lì attorno.

"Un lavoro pulito o una coscienza pulita, ottenere entrambi è spesso impossibile"

COS 4 • VIG 6 • MNT 5 • MIR 2 • MAE 6 • FOR 7 • RES 4 • RAP 6

✔ Aspetto Fisico Si presenta come un individuo dalla corporatura atletica e definita, adatta al movimento rapido e veloce, grazie ad una muscolatura allenata e supportata dalla buona fattura delle protesi artificiali di cui beneficia il suo corpo.
Capelli castani con riflessi rossicci naturali, una pelle color bronzo chiaro ed occhi nocciola. Ha un viso dai tratti appuntiti ma ben delineati e squadrati nel punto giusto; solitamente mantiene una capigliatura ordinata per quel che può ma riesce sempre ad avere un aspetto ribelle e fuori dall'ordinario, contornato dalla barba spesso lasciata crescere con poca cura ma mai eccessivamente trasandata.
Indossa quasi sempre un abbigliamento abbastanza anonimo, con sopra una giacca che copre le braccia fino ai polsi; raramente indossa guanti per coprire le mani e ciò lascia chiaramente intravedere la presenza delle protesi almeno fino all'altezza dei polsi. Dove possibile possiede qualce segno lasciato da scontri o incidenti di missione, come cicatrici, abrasioni ed escoriazioni. Non ha tatuaggi di alcun tipo, tantomeno indossa spesso accessori di alcun genere.

✘ BIOMODIFICHE: A seguito di un incidente entrambe le braccia e le gambe sono state sostituite da due Biomodifiche Standard Artificiali fino all'altezza delle spalle. Possiede altri piccoli micro-innesti sul corpo di entità trascurabile, sebbene alcuni di essi siano chiaramente visibili, come quelli all'altezza delle tempie e gli occhi.

✔ Aspetto Caratteriale Ha un carattere tipico di quelle persone alle quali piace andare dritti al nocciolo della questione cercando di essere schitto e il più conciso possibile; sebbene possa sembrare impaziente ed irruente in molte delle interazioni sociali intraprese con la maggior parte delle persone, diventa assolutamente l'opposto quando si tratta di pianificare e portare a termine un incarico.
Riflessivo, meditabondo ed introspettivo, di poche parole ma efficaci quando si trova in squadra, un ottimo elemento che non indugia mai nel compiere ciò che deve portare a termine, pare che il suo lavoro come Contractor sia uno dei capi saldi per la propria integrità.
Non possiede legami particolarmente stretti con amici o familiari, ed il suo modo di porsi nei confronti di chi gli sta accanto denota una scarsa capacità di costruire relazioni di tipo stabile e duraturo, probabilmente perché vuole evitare di affrontare interazioni eccessivamente strette con altri individui.
Ha una passione per la musica Jazz e il vizio del fumo. Di tanto in tanto può scappargli qualche battuta, spesso sarcastica o irriverente più che ironica, ma pare non si lasci mai troppo andare a conversazioni espressamente goliardiche o buffe.
Non disdegna l'alcool ma cerca di starne lontano.
Non serba particolari pregiudizi nei confronti delle altre etnie umane, ma sembra che si agiti e si stizzisca quando qualcuno nota la sua genia e comincia a fare domande eccessivamente confidenziali. Preferisce essere chiamato "Vega" o "Leo" quando raramente concede a qualcuno di chiamarlo per nome.
Nutre profondo rispetto per i compagni di squadra che dimostrano di essere onorevoli con i commilitoni e collaborativi; è altamente possibile che accetti di buon grado missioni o incarichi una volta stretto un rapporto lavorativo con altri membri del gruppo Contractors che si sono dimostrati validi in passato.
Cerca di rispettare la legge fin dove gli è possibile ma non si fa problemi ad infrangere qualche regola se dovesse essere necessaria una piccola deviazione per portare a termine l'incarico dato con efficacia.

Nato sulla Terra in una piccola cellula di congregazioni Pershkin stanziatesi sul pianeta originario dell'umanità qualche decennio prima della sua venuta al mondo.
Passa gli anni della sua infanzia crescendo in un clima altamente tradizionalista che stringe il cerchio della proibizione attorno alla piccola società fuori dal mondo moderno, non senza problemi ma questo gli impartisce i primi semi riguardo la lezione più importante della sua vita, e cioè imparare a cavarsela con ciò che si ha e con le proprie forze.

Crescendo e conoscendo gli orizzonti che l'esplorazione ed il mondo, l'universo sconfinato ha da offrirgli, inizia ben presto a sviluppare parecchie idee controverse riguardo tutti i precetti che la società Pershkin si è impegnata ad impartirgli con rigore. Dapprima segretamente e poi, convenuto con gli scontri necessari fra famiglia e conoscenti riguardo la sua intenzione di allontanarsi, inizia a studiare e mettere a fuoco i colori della tecnologia.
Combattuto fra l'abbandonare del tutto le sue radici e cercare un modo per mettere insieme i due mondi al quale si sente legato, la scelta gli viene gettata in faccia dal destino stesso.
Arruolatosi in un piccolo gruppo di milizia terrestre, all'età di 19 anni rimane vittima di un grave incidente a seguito di un attacco di predoni che attaccano la navetta di ricognizione sulla quale si trova assieme ad altri tre militanti delle forze volontarie terrestri.
Unico sopravvissuto, Leorio perde totalmente l'uso di tutti e quattor gli arti a causa di un danno al sistema spinale che, se non curato, potrebbe renderlo del tutto paralitico per il resto della sua vita.

L'unica soluzione che si prospetta all'orizzonte è dunque quella di sostituire gli arti con protesi Biomeccaniche e fermare il danno che gli potrebbe costare da lì a poche settimane l'esistenza.
Anche se visibilmente addolorati per l'accaduto, i genitori e gli amici si dicono assolutamente contrari all'intervento, constatando che il destino del ragazzo debba essere quello di accettare la sua condizione come punizione per aver avuto un eccesso di zelo nell'allontanarsi dagli insegnamenti che gli avrebbero reso sicura la vita.
Profondamente amareggiato, attraverso il contatto con la famiglia di uno dei compagni deceduti nell'incidente, Leorio riesce ad ottenere una comunicazione ed una racomandazione delle forze di milizia nelle quali si era arruolato con i Contractors.
Leorio decide così di accettare l'aiuto medico offerto, in cambio dei suoi servizi come ottimo soldato in campi di ricognizione ed infiltrazione, qualità dimostrate negli anni precedenti che continua dunque ad elargire con onore alla sua nuova "famiglia".

Da qualche anno a questa parte ha iniziato a viaggiare con una nave personale, continuando a completare gli incarichi per i Contractors e tagliando i ponti con la sua vecchia vita e la società della quale faceva parte.

Indica la conoscenza di balistica, sistemi di arma, esplosivi, munizioni ed equipaggiamento bellico in generale. Ne rende possibile l'identificazione e l'analisi, oltre a rendere possibile l'identificazione dei danni compiuti da una determinata arma.

Indica la conoscenza del personaggio sulla Scienza Forense: come raccogliere prove senza contaminarle, i vari specialisti cui rivolgersi, i dettagli su cui soffermarsi, le procedure da svolgere, ecc...

Indica la conoscenza delle varie consuetudini legali umane, sia generali che locali. Rende possibile conoscere la maggior parte delle leggi e saperle applicare, capirne la provenienza ed utilizzarne gli eventuali "buchi" o capire se sia qualcun altro a cercare di farlo.

Il personaggio è addestrato nelle tecniche basilari dell'infiltrazione, in primis quella del non fare rumore.

Il personaggio è ben informato sui tipi di trappole esistenti, ed anche addestrato al loro riconoscimento.

Agile 0 - Combattente Provetto 0 - Instancabile 0

Indica la capacità del personaggio di replicare istintivamente la prevalente moda locale assieme al comportamento che possa rendere una persona magnetica e popolare in una data cultura. Garantisce inoltre una certa sicurezza di sè in ogni situazione di tipo sociale.

Indica l'abilità nel fingersi qualcun altro e nel nascondere la propria identità, si tratti di una conversazione telefonica o di un incontro faccia a faccia, o anche di fingere sentimenti che non si stiano veramente provando in quel momento.

Indica l'abilità del personaggio nell'intimidire gli altri, sia con manifestazioni di forza e violenza che con minacce più o meno velate. E' una questione sia di aspetto che di atteggiamento.

Indica, in particolare, la percezione della menzogna. In pratica rende più facile la distinzione istintiva tra le menzogne di routine e le bugie rilevanti o le verità omesse, in base all'atteggiamento altrui

Indica l'abilità del personaggio nel porsi sopra gli altri, non tanto per merito quanto per atteggiamento e convinzione, e farli sentire inferiori, anche senza necessariamente esserlo. Può trattarsi sia di manifestazioni fisiche che di ostentare abilità o conoscenze varie.

Effetto: +1 alla Maestria del personaggio quando usa un'arma della classe scelta.

Con le giuste quantità di concentrazione e sforzo fisico, il personaggio è in grado di aumentare le proprie prestazioni fisiche, ottenendo temporaneamente una rapidità di riflessi superiore al normale. Uno sforzo del genere non può durare a lungo, e fiaccherà piano piano l'utilizzatore nel corpo e nella mente.
Effetto: Aumenta la caratteristica Rapidità di un bonus casuale, determinato lanciando un D6 all'attivazione: 1-2: +1 Rapidità; 3-4: +2 Rapidità; 5-6: +3 Rapidità. Il bonus non può essere ritirato finché l'abilità non viene disattivata per almeno un turno.
Costo: 5 STA e 5 PSI per Turno

Il personaggio è in grado di concentrarsi in battaglia quel tanto che basta per sferrare un attacco in mischia in maniera più precisa, così da massimizzare il danno inflitto senza rallentare l'attacco.
Effetto: un normale attacco con un'arma della classe di arma da mischia cui è associata la tecnica. L'attacco ha un bonus di +1 al D6 di attacco.
Costo: 4 STA e 2 PSI per Turno